Tripoli in mano ai ribelli, regime vicino al tracollo

Tripoli è in mano agli insorti, e quel che resta della Guardia Repubblicana di Gheddafi, si sta arrendendo ai ribelli, in ogni parte della città. Combattimenti in ogni strada, e migliaia di insorti stanno prendendo in mano la terra che fino a ieri era di proprietà del Rais. Secondo delle notizie non verificate, i figli di Gheddafi sono caduti in mano agli insorti, e dopo i primi combattimenti ormai non c’è nessuna resistenza alle forze del Fronte di Liberazione. Ondate di ribelli entrano in città senza sparare neanche un colpo. Il primo varco nella difesa della città del Colonnello si è verificato ad est, da dove i ribelli hanno sfondato la linea “Maginot” messa a riparo della capitale del Paese. In seguito si è entrato sia da ovest, che da sud e nord, sfondando anche le ultime strenue difese dei lealisti e dei mercenari al soldo del Rais. Alcuni insorti sono arrivati anche via mare, arrivando da Misurata, città sotto il controllo dei ribelli da diverso tempo. Dopo alcuni combattimenti, già a sera ogni violenza era cessata, e alcuni dei combattenti contro Gheddafi a sera postava frasi del tipo: «Siamo in Piazza Verde!». Già in Piazza Verde, quella piazza simbolo della rivoluzione ormai stantia del Colonnello, contro il regime antico e contro ahimè, gli italiani che risiedevano in modo pacifico, oramai fin dall’occupazione italiana del periodo fascista.

Dunque folle festanti in ogni dove del paese, e poco dopo, annunciata dal tam-tam dei blogger prima, e poi confermata dallo stesso Cnt, il governo provvisorio degli insorti a Bengasi, dà la notizia che la famigerata Guardia repubblicana del Colonnello, i suoi pretoriani, si sono arresi, deponendo le armi. Durante i festeggiamenti, Mussa Ibrahim, andato in onda sulla tv di regime, ha lanciato un ultimo appello ai ribelli: «Siamo pronti a negoziare direttamente con il Cnt. Chiediamo ai ribelli e alla Nato di sospendere le loro operazioni su Tripoli. I morti sono stati oltre 1.300 negli scontri, e oltre 5.000 nella capitale solo nelle ultime 11 ore».

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About the Author: Salvatore Borruto