Debito Usa trovato l’accordo (finalmente)

L’incubo che ha tenuto sospeso il mondo intero, pare sia svanito. Alle 20 e 40 circa a Washington, è il presidente Obama stesso a comunicare alla nazione e al mondo, l’avvenuto accordo fra democratici e repubblicani, per alzare il tetto del debito, e salvare così il paese dallo spettro del default finanziario. Queste le parole di Obama a caldo: «Mancano ancora delle importanti votazioni al Congresso, ma voglio annunciare che i leader dei due partiti, nelle due Camere, hanno raggiunto un accordo che ridurrà il deficit ed eviterà il default, un default che avrebbe avuto un effetto devastante sulla nostra economia. Comincia a diradarsi l’incertezza che pesava sulla nostra economia». Dunque il buon senso ha prevalso, e i leader dei rispettivi partiti, si dicono ottimisti sugli scenari futuri che aspettano il paese. Per il leader democratico, Harry Reid: «è stato raggiunto uno storico compromesso bipartisan che mette fine a uno stallo pericoloso». Per il presidente della Camera, il repubblicano John Boehner: «Non c’è nulla in questo accordo che contraddica i nostri principi. Abbiamo ottenuto che non ci siano nuove tasse». In tutta la vicenda il presidente Obama impotente spettatore nei giorni scorsi, ne esce rafforzato, e viene premiata la sua capacità di mediatore fra le parti. Sarà a lungo ricordato come il presidente che ha evitato il disastro finanziario. Anche se la destra ha avuto partita vinta su diversi versanti, Obama si conferma presidente super partes che guarda principalmente al bene del paese. La politica economica di Obama comunque subirà un drastico cambiamento, dalla politica rivolta al futuro a sostegno dei ceti deboli, in stile kennediano, si è passati alla fase dell’austerità serrata, per un paese ormai nella fase post industriale e di limite allo sviluppo. Subito dopo l’annuncio i mercati hanno reagito bene all’accordo, mostrando entusiasmo e fiducia nei piani economici. L’intesa prevede di rialzare il tetto del debito pubblico, giusto in tempo perché il Tesoro sia autorizzato a lanciare nuove emissioni di titoli pubblici. Il rialzo del tetto del debito da parte del Congresso, una condizione necessaria negli Stati Uniti in virtù di una legge del 1917, è previsto in due tempi. Una prima tranche di aumento, pari a 900 miliardi di dollari, scatterà subito, accompagnata da immediati tagli di spese pubbliche pari a 917 miliardi. La seconda fase invece aumenterà il tetto del debito, tra i 1.100 e i 1.500 miliardi, e sarà condizionata a nuovi tagli di spese gestiti da una commissione paritetica. Qualora la commissione non arrivi a un accordo in tempo utile, scatteranno tagli automatici suddivisi per il 50% sulle spese di difesa e per il 50% su spese sociali incluso il Medicare. Non mancano i malumori, specialmente nelle fila più oltranziste e radicali dei partiti. Sia fra i democratici, che fra i repubblicani, i falchi ovviamente sono più che scontenti. Da un lato l’ala più a sinistra dei democratici, e dall’altra quella dei Tea Party contro le tasse, stanno mostrando tutti propri mal di pancia, per questo il voto formale non si annuncia per nulla scontato.

Salvatore Borruto

banner

Recommended For You

About the Author: Salvatore Borruto