L’era Zapatero sembra davvero essere arrivata al capolinea. Il premier spagnolo ha annunciato che in autunno si terranno le elezioni politiche, per eleggere un nuovo governo, un paio di mesi in anticipo rispetto alla scadenza naturale, che era fissata per il marzo 2012. Un atto di responsabilità verso il paese, questa la motivazione del leader socialista spagnolo. «Per il grave momento che la Spagna sta vivendo», ha continuato il premier, «sarebbe più che opportuno, indire nuove elezioni per avere la maggiore stabilità politica possibile, al fine di uscire in tempi molto rapidi, dall’empasse finanziaria in cui la Spagna versa». Zapatero ha fatto anche sapere che non si ricandiderà, lasciando spazio ad altri. Il candidato designato per il partito socialista è l’ex ministro della Giustizia Alfredo Perez Rubalcaba che se la vedrà col candidato dell’opposizione Mariano Rajoy, dato per vincente. La situazione per il partito Socialista, almeno nei sondaggi non è delle più rosee, infatti al momento sono dieci punti indietro rispetto ai Popolari, ma Rubalcaba, figura politica molto rispettata in Spagna, potrebbe ridurre ancora lo scarto e in questo il tempo, insieme alla ripresa dell’economia, non può che giocare a favore dei socialisti. L’uscita di scena di Zapatero, potrebbe essere un mero calcolo politico, perché la propria spinta propulsiva, pare sia arrivata al tramonto. Il leader socialista aveva vinto le elezioni all’indomani dei tragici attentati di Madrid, quando Aznar aveva sbagliato clamorosamente sulla paternità degli attentati attribuendoli all’ETA. L’annuncio del ritiro delle truppe dai fronti arabi, e la contrarietà alle guerre avevano spinto il paese sull’onda dell’entusiasmo a fare vincere Zapatero, parecchi punti dietro al candidato popolare nei giorni antecedenti alle elezioni. La volontà del premier, stando alle dichiarazioni, è quella di consegnare il paese al nuovo governo, dal primo gennaio 2012, così da rendere operative le scelte del Governo uscente, e fare in modo da prenderne altre per cercare di ridurre l’enorme deficit. Il dubbio alla fine rimarrà sempre, infatti si potrebbe trattare di un’uscita di scena alla “Libro Cuore”, oppure semplicemente come detto, un’uscita da “palla al balzo”. Staremo a vedere come andranno le elezioni di novembre, visto che le funzioni del Governo attuale si esauriranno a settembre, anche se «Zp», nomignolo affibbiato al 51enne premier, alle prossime elezioni non si candiderà neppure da parlamentare per ritirarsi a Leon, sua città natale.
Salvatore Borruto