Proteste contro il DDL del “Processo Lungo”

Il Senato ha votato la Fiducia sul DDL del “processo lungo” tra le proteste dell’opposizione, del CSM e dell’Associazione dei magistrati, con 160 voti a favore, 139 voti contrari e nessun astenuto. A creare scontro in aula sono state alcune norme introdotte a iter legislativo già avviato. In particolare, viene previsto che il difensore dell’imputato «ha la facoltà davanti al giudice di interrogare o fare interrogare le persone che rendono dichiarazioni a suo carico». Una prerogativa, questa, che viene vista come funzionale ad estendere i tempi di giudizio offrendo dunque maggiori possibilità di arrivare a prescrizione. Di qui la definizione di «processo lungo». Un’altra norma importante, le sentenze di condanna passate in giudicato per altri reati, non costituiranno più elemento di prova nel procedimento in corso, eccezion fatta per i reati di mafia e terrorismo. Modifiche introdotte anche sui benefici delle pene. I condannati per reati di strage e sequestro di persona con morte del sequestrato, potranno beneficiare delle agevolazioni di pena solo dopo averne scontato 26 anni. Sospesa anche la norma 442 del codice penale, che prevedeva la commutazione dell’ergastolo in 30 anni di pena carceraria, tramite giudizio abbreviato. La legge sul processo lungo, si potrà applicare ai procedimenti in corso che non abbiano ancora avuto una sentenza di primo grado. Il neo ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma ha dichiarato:«Sul processo lungo c’è stata tanta discussione mediatica e tante inesattezze, ma non avrà nessun effetto deflagrante». Sul voto di fiducia, c’è l’allarme del Csm: il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Michele Vietti, considera che con il provvedimento sul cosiddetto «processo lungo» si vada «nella direzione opposta rispetto all’Europa».». Entrando nel merito, Vietti ha precisato che «le posizioni del Csm nei confronti dei provvedimenti sono molto critiche sotto il profilo delle sue ricadute sulla durata dei processi». «Siamo tutti impegnati in modo prioritario ad accelerarli – ha aggiunto – anche per tenere il passo con l’Europa. Questi provvedimenti – ha concluso – vanno esattamente nella direzione opposta». Assai critica anche l’Associazione nazionale dei magistrati. «La giustizia è una cosa seria – ha detto il presidente Luca Palamara -, ma purtroppo nell’ultimo periodo rischia di essere ridicolizzata: processo lungo, processo breve, la verità è che si vuole impedire di portare il processo a sentenza. È un favore ai criminali e si nega la giustizia alle vittime. È inaccettabile».

FMP

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