26\07\2011 – Il trauma psichico può essere definito come un’emozione violenta in risposta a situazioni traumatiche che incidono negativamente e in modo significativo sul processo di sviluppo della personalità. Breuer e Freud (1985) inoltre ritengono che «Qualsiasi esperienza che susciti una situazione penosa – quale la paura, l’ansia, la vergogna o il dolore fisico – può agire da trauma». E, quale termine migliore, se non trauma, si può usare per definire la tragica esperienza della violenza che ogni individuo può subire, e, nello specifico, quella le cui vittime sono le donne. Traumatica è infatti l’ esperienza di sentirsi invase ed umiliate nei propri spazi fisici, psicologici, sociali e calpestate nella propria dignità di donne. Gli episodi di violenza sulle donne sono in forte aumento ma la percentuale di donne che denunciano di essere state vittime di violenza, sia essa psichica che fisica, risulta essere molto bassa. “La violenza contro le donne comprende ogni atto di violenza sessista che rechi o possa recare alle donne un pregiudizio o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche, compresa la minaccia di tali atti, la coazione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata”. (Assemblea generale dell’ONU del 20 dicembre 1993. In Italia i dati forniti dal Ministero delle Pari Opportunità dicono che circa la metà delle donne tra i 14 e i 59 anni hanno subito molestie di natura sessuale. Differentemente da quanto si pensi comunemente, la violenza non è solo quella con fine sessuale o fisica ma ne esistono varie forme ed espressioni:
– Violenza fisica: qualsiasi atto fisico dalle percosse alle lesioni. Ogni persona ha un proprio confine fisico, rappresentato dalla nostra pelle. Questo confine è molto importante anche dal punto di vista emotivo. Ogni sconfinamento che non avvenga con il nostro consenso, ancora più se attuato con la forza, è una grave offesa.
– Violenza psicologica: un’ insieme di comportamenti che hanno come obiettivo quello di ledere la dignità della donna e d’indebolirla: (rifiuto, non ascolto, non accettazione, intimorimento)
– Violenza sessuale: qualsiasi gesto fisico, visivo, verbale o sessuale vissuto da una donna percepito come una minaccia, un’ invasione o un attacco e che ha l’effetto di ferirla, umiliarla e toglierle la sua capacità di controllare il contatto intimo
- Violenza economica: qualsiasi azione che crea un comportamento di dipendenza economica della donna nei confronti dell’ uomo, portandola a licenziarsi, nel caso in cui lavori o a rinunciare alla ricerca di lavoro.
Tra le varie forme di violenza, un fenomeno che oggi diventa sempre più frequente e pertanto minaccioso è quello dello Stalking (o persecuzione). Il carnefice in questa situazione mette in atto una serie di comportamenti ossessivi con il fine, spesso inconsapevole, di provocare nella compagna disagio e malessere. Telefonate continue, tempesta di messaggi;pedinamenti; presenza costante sotto casa, irruzioni sul posto di lavoro; aggressioni fisiche; uso dei bambini come tramite di messaggi offensivi alla madre; richiesta continua e ossessiva ad amici e parenti sui movimenti della donna sono le varie forme con cui questi atti persecutori vengono messi in atto. Ciò che diventa ancor più doloroso è l’ incongruenza che questi messaggi recano, passando dalla rivendicazione dell’ amore e del rapporto, a un’ escalation di rabbia che degenera nella minaccia e nell’ offesa.
Da un punto di vista psicologico è interessante osservare che nella donna, di fronte a una situazione di violenza, possano emergere diverse reazioni. Può succedere che la donna senta un profondo senso di colpa che la porti a pensare di aver meritato quella violenza o ancora che la sua “ missione” sia quella di sopportare per salvare il salvabile. Poiché però la sofferenza psichica che la vittima prova non è direttamente proporzionale alla gravità dell’azione commessa dall’aggressore, ogni donna reagisce in modo differente alla violenza.
Antonella Sergi