Gli anni novanta sono tornati, e con loro, i reali inglesi del pop che hanno fatto breccia nel cuore di milioni di ragazzine, i Take That. Ieri sera a San Siro, dopo ben sedici anni, tornano insieme, in Italia, e al completo durante il Progressive Live Tour, aperto dai Pet Shop Boys, band instancabile da oramai venticinque anni. I numeri parlano da soli. Lo stadio era quasi colmo, anche se non totalmente sold out, con ben 40.000 ex ragazzine, ad urlare i successi della band che per anni ha spopolato nelle classifiche. Il palco, ipertecnologico, con luci che si posizionavano anche sulle tribune, ha fatto da cornice ad uno show elegante, sofisticato e carico di hit, tra ombrelli colorati, megaschermi, ballerini arrampicati qua e là sullo sfondo, ed un enorme androide su cui i cinque di Manchester intonavano le famose “SOS”, “Kidz”, “Back for good” e “Pray”. Robbie Williams, anche lui presente nei suoi splendenti trentotto anni, ha avuto il proprio spazio per deliziare il pubblico con i suoi enormi successi da solista come “ No regrets”, “Rock dj”, “Let me entertain you”, ed una tra le canzoni più romantiche e al contempo tristi mai scritte, “Angel”. Il finale, riservato a “Relight my fire” e “Eight letters”, ha scatenato lo stadio in un revival che incarna lo spirito delle boyband di quasi due decadi fa. Se vi sarà un seguito a questa importante reunion, con ulteriori album e tour, ancora non è chiaro, tutto ciò che è chiaro al pubblico, alle Italian Thatters, è che il pop è ancora qui, vivo e vegeto, tra i poster invecchiati e qualche capello bianco.
Fausta Canzoneri