Roma, quel bar nei pressi di Palazzo Chigi

caffèGli agenti del Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Roma hanno sequestrato beni per un valore complessivo di 20 milioni di euro nel corso di questa settimana nei confronti di personaggi legati alla ‘ndrangheta, proprietari di diverse società e immobili ubicati tra il centro della capitale, Ardea, Formello e Fiumicino. Tra le numerose attività poste sotto sequestro dal tribunale di Roma vi è anche il noto caffè Chigi situato nella centralissima piazza Colonna a pochi passi da Palazzo Chigi, dunque davanti alla presidenza del Consiglio e alla Camera: si tratta di uno dei bar più frequentati dai funzionari e dalle forze dell’ordine che lavorano a Palazzo Chigi e spesso tappa anche di ministri e sottosegretari per un rapido caffè. Chiunque bazzichi i luoghi del potere romano è entrato almeno una volta in quel bar a bere qualcosa o a mangiare un primo piatto alla tavola rotonda al primo piano. Rispetto a locali più noti della zona aveva il vantaggio di essere centralissimo ma meno in vista, ideale per una conversazione appartata senza farsi notare immediatamente dai fotografi o da orecchie indiscrete appostate ovunque in quella zona. Politici, dunque, ma anche poliziotti e carabinieri sempre presenti in gran numero da quelle parti. E poi turisti e commercianti. La holding aveva varie sedi a Roma (tra i lussuosi quartieri Coppedè e Parioli) che aveva il compito di acquisire immobili e quote societarie per svariati milioni di euro. La Dia ha sequestrato in tutto 18 società, tra le quali un centro estetico e società di intermediazione finanziaria, 90 rapporti bancari, una società di noleggio di yatch (la Charter Plus). Dopo lunghi accertamenti e indagini la Procura antimafia ha individuato i sofisticati sistemi finanziari con i quali la ‘ndrangheta gestiva il suo patrimonio. Arrivare a capire quali fossero i personaggi coinvolti non è stato facile in quanto avevano usato un meccanismo societario chiamato “trust” che garantisce vantaggi fiscali e l’anonimato, rendendo così difficile capire di chi sia la proprietà di un locale o di una attività.

Filippo Turiano

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