Obama annuncia il ritiro dall’Afghanistan

«La luce di una pace sicura è in vista, la marea delle guerre si ritira, è tempo di concentrarci sui bisogni del nostro popolo. La missione di ricostruire nazioni comincia a casa nostra, concludiamo i combattimenti e riprendiamoci il sogno americano, per questa generazione e per le prossime». Inizia così il presidente Obama il suo discorso in cui annuncia, alla nazione, il ritiro di oltre 33.000 soldati americani dalle lande afgane entro il 2012. Un discorso solenne dalla Casa Bianca, durato circa 14 minuti. Le tappe sono il ritiro di 10.000 uomini entro la fine di quest’anno, per poi arrivare a 33.000 l’anno prossimo, due mesi prima delle elezioni presidenziali, sarà una coincidenza? Nel proseguo del discorso, il presidente ha voluto ricordare di avere mantenuto i propri impegni, presi il giorno della sua elezione, e il giorno in cui decise l’aumento di uomini nella missione per dare una controtendenza al vento negativo che spirava sulla missione stessa. Il senso dell’annuncio di Obama non è quello di missione compiuta (scuola Bush), ma è ben chiara la volontà di ritirare il contingente che ha un costo elevatissimo in dollari, specialmente in questo periodo di vacche magre e di crisi economica, in cui ogni dollaro risparmiato può essere utilizzato per il paese, per la disoccupazione, etc. E poi c’è stata l’eliminazione dell’obiettivo principe della missione: Osama bin Laden. La cosa che fa più riflettere sono i toni assunti da Obama. È la fine di un’era di strapotere e arroganza americana: «…Coloro che vorrebbero un’America in ritirata da tutte le responsabilità internazionali; e chi ci spinge a intervenire per raddrizzare ogni torto, fino a dilatare oltremisura i nostri impegni. E invece quando le nostre forze possono essere usate in modo mirato dobbiamo farlo, non ricorrere a dispiegamenti massicci; quando è necessario arrestare un massacro lo si può fare insieme agli alleati come in Libia. L’America è reduce da un decennio difficile, abbiamo imparato tutti i costi delle guerre: oltre mille miliardi. Poiché non siamo un impero, queste spese sono insostenibili. Del resto la forza vera dell’America è sempre stata nelle opportunità che ha saputo creare in patria, per i propri cittadini».

Salvatore Borruto

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