Un nuovo video è stato prodotto dalla rete terroristica di Al Qaeda e mandato in onda lo scorso 2 giugno. A produrre il video, l’ormai nota “casa di produzione” di Al Qaeda “As Sahab”, la sigla che distribuisce i filmati di Al Qaeda. Nel filmato vi compaiono numerosi esponenti del gruppo. Tra loro Azzam l’americano, il militante nato in California e diventato una delle voci del movimento. In questo cortometraggio la rete terroristica incita i propri seguaci in tutto il mondo, ormai molto depressi dopo l’eliminazione del capo, a lanciare attacchi all’occidente, facendo vedere come sia facile colpire i leader occidentali. Come esempi della vulnerabilità difensiva, vengono citati due episodi già avvenuti: il primo riferimento riguarda il tentativo di una donna di avvicinarsi al Papa durante la Messa di Natale del 2008; il secondo è l’aggressione, con il lancio della statuina a forma di Duomo, contro il premier Silvio Berlusconi a Milano. Dunque il ragionamento di Al Qaeda è molto semplice e intuitivo potremmo dire. Questi eventi dimostrano come sia vulnerabile la rete protettiva dei leader occidentali e se qualcuno, armato anche di una semplice pistola, si fosse trovato là avrebbe potuto tranquillamente uccidere o ferire mortalmente uno dei due malcapitati. Inoltre il portavoce afferma che un colpo portato in un paese occidentale ha un grande impatto propagandistico. Azzam in seguito consiglia ai seguaci di Al Qaeda a essere molto prudenti e a non fidarsi di nessuno, visti gli ultimi avvenimenti non felicissimi per l’organizzazione. Poi ancora consigli sulla lista degli obiettivi da colpire: giornalisti, personalità dell’economia e qualsiasi obiettivo poco protetto. Secondo gli analisti e gli esperti della Cia, questi appelli sono la prova che tutto il movimento si trova in gravissima difficoltà. Gli appelli al martirio personale mettono in luce come la potenza di fuoco di Al Qaeda sia notevolmente calata e indebolita negli ultimi tempi. Inoltre si denota la difficoltà oggettiva di organizzare attentati a livello alto, di fare network come in passato, cioè di organizzare degli eventi di terrore spettacolari. Dunque non bisogna abbassare la guardia, ma il fenomeno sembra si trovi in forte agonia. Gli ultimi colpi di coda, delle associazioni yemenite e pachistane, secondo gli analisti, devono essere temuti e prevenuti, perché potrebbero essere ancora potenti e ben organizzati.
Salvatore Borruto