È stato arrestato in Cecenia R.M., il presunto killer di Anna Politkovskaya. La notizia è stata diffusa dall’avvocato del fratello del colpevole, ritenuto essere complice nel delitto della nota giornalista assassinata sotto casa il 7 ottobre del 2006 a Mosca. Anna Politkovskaya era nota per le proprie posizioni contro il premier Putin e il mandante morale di quell’assassino sembrava potesse essere l’ex Kgb stesso. Il presunto killer è stato fermato a casa dei propri genitori in Cecenia, nel distretto di Achki-Martan, senza opporre resistenza, e sarà trasferito a Mosca molto celermente. Fino ad ora gli inquirenti che indagavano sul delitto della giornalista avevano sempre sostenuto che il killer fosse scappato in Europa, ma adesso questa tesi è stata completamente ribaltata dopo la cattura. Il legale della famiglia Politkovskaya ha fatto sapere che il caso ha fatto dei passi in avanti, ma non lo si può considerare del tutto chiuso, anzi si sta aprendo una pista importante per fare salire a galla la verità di quel 7 ottobre di 5 anni fa. Il figlio di Anna Politkovskaya, Ilia, ha commentato così la notizia: «Abbiamo ripetutamente detto che il reato sarà risolto quando saranno trovati e puniti coloro che hanno commissionato l’omicidio. Vorrei vedere alla sbarra chi ha ordinato l’uccisione di Anna. Sono contento dell’arresto perché M. è una figura chiave nelle indagini. Ora il suo fermo può dare nuovo impulso alla prosecuzione dell’inchiesta». Certo la cattura dell’assassino e del complice è un notevole passo in avanti per la risoluzione di questo mistero, anche se parecchie ombre rimangono sul quadro del delitto. Innanzitutto il troppo tempo passato a cercare gli assassini, in un paese quasi totalitario, dove anche l’aria che si respira è controllata. Poi le responsabilità morali e non del premier Putin, il quale è e rimane uno degli indiziati come mandante dell’omicidio stesso. Infatti egli era il primo obiettivo degli articoli di Anna Politkovskaya. E poi le prove lampanti, a mio avviso, di altri giornalisti che si sono ribellati al nuovo potere “sovietico” e che hanno fatto la fine di Anna Politkovskaya, personaggi meno famosi rispetto a lei, ma che sono stati uccisi barbaramente solo per avere espresso il proprio pensiero liberamente. Purtroppo la Russia di oggi è questa, un paese che esce in ginocchio da 80 anni di real comunismo e che da circa vent’anni scimmiotta una “democrazia” oligarchica, che prende ad esempio tutti i mali maggiori delle democrazie occidentali, amplificandoli.
Salvatore Borruto