Dopo i vari colloqui susseguitisi alla Casa Bianca, il presidente Barack Obama ha affermato che effettivamente esistono delle divergenze di vedute fra lui e Israele. Il nodo della questione è sempre lo stesso: il processo di pace e le modalità da attuare per portarlo avanti. Dunque per adesso la situazione non è chiarissima su quali siano le decisioni e le strategie da assumere in un futuro imminente in terra mediorientale. Obama, al termine dell’incontro, si è lasciato andare a delle dichiarazioni molto abbottonate: «Israele vuole la pace. Io voglio la pace. Lavoreremo assieme per raggiungere l’obiettivo, che rimane prioritario».
Il premier palestinese Netanyahu ha detto al presidente Usa di essere pronto a scendere a compromessi per la pace ma ha respinto la proposta del presidente per un ritorno di Israele ai confini del 1967. Durante l’incontro alla Casa Bianca, il Presidente ha voluto ricordare con forza le proprie vedute sulla situazione palestinese, appoggiando di fatto una richiesta di lunga data da parte dei palestinesi sui confini di un loro futuro stato. Comunque, nonostante le attuali divergenze, i due presidenti hanno voluto ricordare il profondo legame fra i paesi, sperando che questo possa fare da base comune su cui costruire le posizioni e le decisioni future, nonostante le attuali differenze e divergenze.
I mediatori, che sono formati da un quartetto di cui fanno parte Stati Uniti, Russia, Unione europea e Nazioni Unite, hanno espresso un forte sostegno a tutta l’operazione aggiungendo che: «Il Quartetto è d’accordo che andare avanti a discutere di territorio e sicurezza costituisce un fondamento per Israeliani e Palestinesi per ottenere una risoluzione finale del conflitto attraverso negoziati seri e sostanziali e il mutuo consenso su tutte le questioni importanti».
Salvatore Borruto