05\04\2011 – Questa settimana, dunque, facciamo la conoscenza con l’economista inglese Thomas Robert Malthus e la sua teoria economica.
Malthus (1766 – 1834) è passato alla celebrità per avere osservato e messo in evidenza che, alla sua epoca, la popolazione cresceva in progressione geometrica, mentre l’incremento delle risorse avveniva secondo una progressione aritmetica. In conseguenza di ciò, Malthus aveva preconizzato il raggiungimento di un momento della storia dell’Umanità, in cui le risorse complessive non sarebbero state più sufficienti per la popolazione mondiale, per cui – segnatamente per le risorse agricole – si sarebbe dovuto verificare un aumento dei prezzi delle derrate agricole e la necessità di mettere a coltura terre ritenute fino ad allora poco adatte, al fine di incrementare la produzione complessiva. La contestualizzazione delle idee di Malthus offre un valido spunto di riflessione su questa teoria. Nel momento dell’osservazione malthusiana, effettivamente l’Europa stava conoscendo un periodo di incremento demografico, dovuto soprattutto alla progressiva e significativa riduzione del tasso di mortalità. Ciò si era determinato grazie ai miglioramenti della qualità della vita apportati dalla Prima Rivoluzione Industriale. I tassi di natalità, invece, si mantenevano elevati, tanto da cominciare a far riflettere su politiche di controllo delle nascite. Oggi, invece, la popolazione europea ha smesso di crescere, almeno da una trentina d’anni: stiamo vivendo, infatti, la fase della c.d. crescita zero, in cui il numero delle nascite eguaglia il numero dei decessi. Il problema del rapporto popolazione – risorse, dunque, dovrebbe oggi essere sotto controllo, almeno in Europa. Ma c’è dell’altro. Se spostiamo il discorso a livello della popolazione mondiale, effettivamente questa sta crescendo. Stiamo raggiungendo i 7 miliardi di abitanti della Terra, con un miliardo di persone che vive in condizione di denutrizione cronica, vale a dire per tutta la vita assume un quantitativo di calorie e di proteine ben al di sotto dei valori che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha individuato. Ma ciò accade per una diseguale distribuzione delle risorse alimentari, non certo per la loro insufficienza. Studi realizzati recentemente hanno dimostrato che l’intera produzione agricola mondiale sarebbe idonea a produrre cibo capace di alimentare una popolazione ben superiore ai circa 7 miliardi di persone che attualmente abitano il Pianeta (tenendo conto di 2.700 kcal/procapite/prodie e 65 gr. di proteine procapite). Ecco, quindi, che anche da questo punto di vista la teoria di Malthus offre uno spunto di riflessione interessante, anche a distanza di due secoli dalla sua formulazione: bisogna correggere la distribuzione ineguale delle risorse sulla Terra. Il c.d. Mondo Nord, ossia l’insieme dei Paesi a maggiore sviluppo economico (Usa, Canada, blocco UE, Giappone, Australia, Nuova Zelanda), che rappresenta circa il 20 % della popolazione mondiale, detiene circa l’80 % delle risorse complessive del Pianeta. E’ questa, quindi, la maggiore ingiustizia da combattere oggi.
Prof. Giuseppe Cantarella