Lampedusa ormai è un inferno

Proseguono senza sosta le ondate di migranti che approdano sulla piccola porticina meridionale dell’Europa, Lampedusa. Nella scorsa nottata un barcone è affondato a circa 30 miglia dalla costa, con oltre 400 persone a bordo, tra cui cinque neonati e una donna in dolce attesa. Per fortuna, grazie al pronto intervento delle forze della Capitaneria e della guardia di Finanza, non ci sono state vittime. La situazione sull’isola sta diventando ormai insostenibile. I migranti hanno superato numericamente la popolazione, con gravissimi problemi di gestione. L’isola è diventata una sorta di ospizio a cielo aperto, dove tutti si arrangiano come possono. Una latrina gigantesca, infatti si dorme, si mangia e si fa altro, accampandosi alla meno peggio. Il presidente della regione Sicilia, Raffaele Lombardo, si è detto molto preoccupato: «Quello che ho visto a Lampedusa è veramente desolante: i tunisini hanno occupato l’isola. I migranti sono dovunque e cominciano ad entrare nelle case ed a minacciare la gente che sta tappata dentro perché ha paura di uscire. I lampedusani hanno paura di imbattersi in questi uomini di 20 e 30 anni che finora non hanno manifestato intenti aggressivi ma domani, quando dovessero capire che siamo intenzionati a riportarli a casa, potrebbero innescare qualche rivolta o anche qualcosa di peggiore».

Al momento il governo sta pensando di ricorrere ai respingimenti di massa in mare, per cercare di frenare il flusso migratorio pazzesco di queste ultime settimane. La cosa che fa riflettere, è l’impotenza e i mille rivoli in cui la politica italiana si perde. La giustificazione più bella in assoluto l’ha data il presidente della regione Lazio, Renata Polverini, dichiarando che il Lazio non può ricevere i migranti di Lampedusa, perché nei prossimi gironi ci sarà la beatificazione di Papa Wojtyla.

Qualcosa comunque sta venendo fuori, seppur con il freno a mano tirato, e si sta pensando a diversi campi in cui spostare i migranti. Per ospitare gli oltre cinquemila tunisini, il Viminale ha deciso di individuare una serie di aree dove allestire le tendopoli e utilizzare alcuni dei 13 siti messi a disposizione dalla Difesa che, nelle intenzioni del governo, avrebbero dovuto accogliere soltanto i profughi provenienti dalla Libia: tra caserme e aree dismesse ci sono Trapani, Marsala (Trapani) e Torretta (Palermo) in Sicilia, Manduria (Taranto), Carapelle (Foggia) e San Pancrazio Salentino (Brindisi) in Puglia, Boceda (Massa Carrara) in Toscana, Monghidoro (Bologna) in Emilia Romagna, Cirè e Front (Torino) in Piemonte, Castano Primo (Milano) in Lombardia, Clauzetto (Pordenone) e Sgonico (Trieste) in Friuli Venezia Giulia.

Salvatore Borruto

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