In Giappone si complicano le cose, mentre in Libia e in Siria è ancora caos

La radioattività misurata dell’acqua, presente nel reattore numero due della centrale di Fukushima, ha raggiunto picchi altissimi, 10 milioni di volte superiore alla norma. I dati sono stati forniti dall’Agenzia per la Sicurezza Nucleare, secondo cui tutti i tecnici sono stati evacuati in fretta e furia, per evitare altre contaminazioni e vittime. Il livello dell’isotopo dello iodio 131 nel reattore 2 ha raggiunto picchi elevatissimi, al punto da fare ipotizzare che l’acqua sia a contatto con il nocciolo stesso.

Tutto questo è stato dedotto dall’altissimo tasso di radioattività, circa 1000 millisievert/ora. Il livello di pericolo adesso è passato da 6 a 7 su una scala di 7 gradini, in cui il settimo indica il livello della catastrofe di Cernobyl, ma a nostro parere questa volta la scala dovrà essere aggiornata a livelli superiori, perché nell’86 in Ucraina fu coinvolto un solo reattore, qui ne abbiamo a rischio addirittura 6.

Sul fronte libico, ormai siamo arrivati al decimo giorno della missione “Odissea all’alba”. Gli insorti, aiutati dai raid aerei della Nato, hanno iniziato a ribaltare la situazione in diverse città che, in precedenza, erano state riconquistate dalle forze governative del Rais.

Gli scontri in questo momento si stanno concentrando soprattutto a Misurata, dove le battaglie sono a terra, fra gli insorti e le forze di Gheddafi, e nei cieli tra gli aerei Nato e la contraerea  Libica. Mentre sono tornate in mano ai ribelli Ajdabiya e Brega. L’Unione Africana nella giornata di sabato si è riunita per stabilire una road map di pace, per trovare una via d’uscita alla crisi Libica. Al consiglio, riunitosi ad Addis Abeba, non hanno partecipato le forze ribelli libiche.

Capitolo Siria. Manifestazioni massicce e venti di protesta spirano forte nelle città siriane. Fonti sicure parlano di un intervento massiccio dell’esercito per sedare le rivolte di piazza, ormai scoppiate da diversi giorni. La protesta corre sui social network e sembra ormai inarrestabile.

La famiglia Assad, ormai al potere quasi da un quarto di secolo, nei giorni scorsi aveva annunciato delle piccole aperture verso i dimostranti, ma questo non è servito a placare gli animi. Dopo le prime aperture, dunque, si è deciso di utilizzare la forza e le prime stime parlano di circa 150 vittime fra i dimostranti. Per le strade di tutto il paese ormai è il caos, con barricate, fuochi e incendi dappertutto, cecchini non meglio noti che mietono vittime. La Farnesina tramite un comunicato invita alla cautela  chi dovrebbe mettersi in viaggio verso il paese mediorientale.

*

banner

Recommended For You

About the Author: Salvatore Borruto