G8: 10 anni dopo la corte di Strasburgo assolve l’Italia da responsabilità sulla morte di Giuliani

Era il 20 luglio 2001 quando nel corso dell’ormai storico G8 di Genova un giovane di nome Carlo Giuliani perse la vita mentre manifestava in piazza assieme a centinaia di altri giovani appartenenti al movimento no-global. In quell’occasione Giuliani fu raggiunto da un colpo di pistola mentre, col viso coperto da un passamontagna, tentava di scagliare un estintore contro un automezzo delle forze dell’ordine. Dopo due anni dal tragico evento, nel 2003, il gip di Genova aveva archiviato le accuse di omicidio contro il carabiniere di leva Mario Placanica, accusato di aver ferito mortalmente il giovane manifestante e che comunque, dopo il tragico episodio, perse il posto di lavoro. In seguito alla sentenza del gip di Genova, la famiglia Giuliani ricorse al tribunale di Strasburgo: il ricorso fu ammesso ma subì successivamente una doppia bocciatura. La famiglia Giuliani da allora ha atteso una sentenza che è arrivata soltanto giovedì scorso e che, tra l’altro, non le è stata favorevole. La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, infatti, con sentenza definitiva, ha assolto l’Italia dalle accuse di avere responsabilità nella morte di Carlo Giuliani durante gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine nel corso del G8 di Genova. La decisione è stata presa a maggioranza: con tredici voti a favore e quattro contrari i giudici della Grande Camera hanno stabilito la piena assoluzione dell’ex carabiniere Mario Placanica, confermando la sentenza di primo grado emessa il 25 agosto 2009. La stessa maggioranza si è pronunciata anche per l’assoluzione dell’Italia dall’accusa di non aver organizzato e pianificato in modo adeguato le operazioni di polizia durante il summit del G8 a Genova. Dopo aver appreso che la Corte europea dei diritti umani ha assolto l’Italia dalle accuse di avere responsabilità nella morte del figlio, il padre di Carlo, Giuliano Giuliani, ha manifestato la sua intenzione di non arrendersi: «Ci rivolgeremo al tribunale civile come unica possibilità di avere un dibattimento per l’omicidio di Carlo. Di delusioni ne abbiamo già avute, l’essenziale è non arrendersi».

Filippo Turiano

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