Proseguono senza sosta i combattimenti sui cieli libici. Gli obiettivi sensibili stanno cadendo uno dopo l’altro, mentre i ribelli stanno combattendo a terra contro le forze governative del Rais. Intanto alcuni colonnelli, fedeli a Gheddafi, hanno mostrato ai giornalisti presenti 18 corpi carbonizzati, a loro detta, uccisi dalle forze alleate durante i bombardamenti. Si tratterebbe di militari e civili, colpiti dalle azioni alleate della giornata di ieri. Gli obiettivi colpiti, secondo l’agenzia di stampa Jana sono stati: «Tajura ed altri sobborghi residenziali di Tripoli, inoltre i bombardamenti dell’aggressore colonialista hanno provocato un numero importante di morti fra i civili».
Le missioni compiute dalle forze alleate sono state fino a ieri circa 175 in 24 ore, con ben 113 missioni compiute dagli americani solamente. Anche un bunker di Gheddafi è finito nel mirino dei bombardamenti alleati nella giornata di mercoledì. Sul fronte degli scontri fra guerriglieri e forze governative, i carri di Gheddafi sono tornati nella città di Misurata e, secondo gli abitanti del luogo, nella notte hanno iniziato a sparare nella zona dell’ospedale cittadino. Gli attacchi erano stati sospesi durante il giorno, per non finire sotto il tiro dell’aviazione, per poi riprendere con il favore dell’oscurità. I morti a Misurata sono stati 45, compresi 4 bambini fra le vittime.
Dal punto di vista strettamente militare, ancora non si è risolta la querelle del comando della missione. Secondo alcuni non ci sarà una soluzione fino alla riunione di Londra di tutti gli attori di questa operazione. Mercoledì, durante la riunione dei 28 paesi Nato, si è arrivati a un nulla di fatto, gettando parecchie ombre sul futuro immediato della missione. Le visioni più estensive sulla risoluzione 1973 dell’Onu di Francia e Stati Uniti collidono con le visioni differenti di molti paesi tra cui anche l’Italia. Un primo passo comunque è stato compiuto, con il coordinamento dell’embargo delle armi verso la Libia e la Francia ha espresso il proprio pensiero dicendo che: «per comandare le operazioni militari della coalizione sulla Libia, in modo più comodo, è necessario utilizzare gli stati maggiori esistenti nella Nato, piuttosto che inventarne di nuovi. Si sarebbero potuti immaginare diversi scenari possibili per comandare questa operazione. Il più comodo è quello di prendere ciò che esiste, perché ha il merito di essere già operativo. Questa è la richiesta fatta da tutti i paesi europei alla Nato. Sono numerosi. Ogni giorno, altri paesi si aggiungono. Un numero importante di paesi della Nato sta inviando aerei e dunque occorre coordinare tutto ciò. La cosa più semplice è utilizzare gli stati maggiori esistenti della Nato piuttosto che inventarne altri».
Salvatore Borruto