Nube radioattiva in arrivo anche sull’Italia

Grazie ai venti favorevoli degli ultimi giorni, la nube radioattiva ha coperto praticamente tutto il globo e, dopo aver lambito l’America, adesso è arrivata sui cieli europei e anche in Italia quindi. Il responsabile del Servizio misure radiometriche del Dipartimento nucleare dell’Ispra, Giancarlo Torri, si è affrettato a precisare che il rischio di contaminazione per il Bel Paese è praticamente vicino a zero, ma la preoccupazione rimane lo stesso. Torri ha spiegato che: «al momento non si rilevano assolutamente rischi per le popolazioni.

A intercettare la “nube” sono i sistemi della Rete nazionale di sorveglianza della radioattività, una rete che è sempre e comunque attiva su tutte le regioni italiane. Fino a ieri non si è rilevato praticamente nessun segnale di incremento di radioattività né sull’Italia né sull’Europa. Il valore della nube dipende da quanto materiale radioattivo è uscito, da quanto sta in alto e da quali fenomeni di diluizione è influenzato». Sempre secondo gli esperti dell’Ispra, la quantità di radioattività che lambirà i cieli italiani sarà in maniera ridotta rispetto all’incidente di Chernobyl, di un intervallo che va da 1.000 a 10.000 inferiore.

I valori attesi saranno da 100 a 1.000 milionesimi di baquerel per metro cubo di aria. Il problema è che nessuno sa con precisione cosa sia realmente uscito dal reattore di Fukushima, perché i dati reali sono in mano a l’organismo internazionale Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty Organization (Ctbto), il quale ha messo il divieto assoluto sulla pubblicazione dei dati relativi al materiale che è stato lanciato in aria dai reattori surriscaldati. Ecco una nota in cui giustificano il silenzio assoluto in materia: «Abbiamo il mandato dai nostri 182 stati membri di rendere pubblici i dati sismici, ma non quelli sulla radioattività.

Per cui, oggi, non possiamo dire cosa stiamo trovando in Giappone». Dunque seppure il rischio è tendente allo zero, secondo gli esperti francesi in materia, tuttavia il rischio zero non esiste e alla lunga questa esposizione seppur minima potrà portare dei piccoli fastidi.

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