La storia dell’Unità d’Italia è stata scritta dagli uomini. I grandi personaggi di questi 150 anni di lotte, di guerre e di unificazione Carlo Alberto, Giuseppe Mazzini, Garibaldi e Camillo Benso di Cavour, ma anche Turati, Mussolini, Matteotti, De Gasperi e Togliatti, indossavano tutti i pantaloni. Eppure accanto a loro c’era un esercito silenzioso e instancabile di patriote in gonnella che hanno partecipato in maniera attiva, anche se per lo più anonima e silenziosa alla costruzione della Nazione, dalla sua Unità fino ai nostri giorni.
Per fare qualche nome ci sono le patriote Cristina di Belgioioso e Rosa Montmasson, Anita Garibaldi, Maria Montessori, Grazia Deledda, Matilde Serao, Anna Kuliscioff, Edda Ciano, Palma Bucarelli e, in tempi più recenti, Tina Anselmi, Nilde Jotti, Alda Merini, Rita Levi Montalcini, Oriana Fallaci, Ilaria Alpi. Donne che attraverso il loro lavoro e le loro competenze sono le icone dell’unità d’Italia … in rosa. Dietro a queste donne celebri c’è però un coro di straordinarie figure femminili: ad esempio, delle madri e delle ragazze che, armate di ago e filo, hanno cucito le bandiere tricolori; e di quelle che per partecipare in prima persona alle azioni in prima linea si travestivano da uomini. Ci sono poi , quelle che semplicemente erano madri, mogli o figlie di uomini impegnati in prima linea.
Sono state donne che hanno comunque stentato a rendere visibile la loro presenza e il loro contributo, e alle quali il Paese ha riconosciuto il diritto di voto solo alla fine della seconda guerra mondiale. Quelle che sono riuscite ad affermare la loro presenza hanno suscitato scandalo: è accaduto ad esempio a Matilde Serao, giornalista e scrittrice, prima donna a fondare e dirigere un giornale. Anna Kuliscioff promosse invece alcune leggi a favore del lavoro, Maria Montessori rivoluzionò il sistema di istruzione elementare e Grazia Deledda vinse il premio Nobel per la letteratura nel 1926. E tra le icone femminili più recenti, la scienziata Rita Levi Montalcini, la giornalista Oriana Fallaci, che attraverso i suoi libri e i suoi reportage ha raccontato gli ultimi decenni di storia mondiale, o ancora Ilaria Alpi che ha pagato con la vita la sua determinazione al servizio del giornalismo.
A tutte loro e alle altre donne determinate che, con la loro forza e il loro lavoro discreto e instancabile hanno contribuito a creare il terreno, solido e fertile su cui si è sviluppata la civiltà italiana, Pisa dedica una mostra Donne d’Italia. La Metà dell’unità in programma al Palazzo Blu di Pisa, che racconta la storia del nostro Paese vissuta attraverso le voci e le vicende della sua parte femminile. L’iniziativa, che si fregia del simbolo ufficiale delle celebrazioni dell’evento nazionale, è aperta a ingresso libero fino al prossimo 26 Giugno.
Antonella Pirrotta