Omaggio calabrese a Jim Morrison

«Voglio sentire il sapore, voglio ascoltarla, voglio annusarla. La morte viene una volta sola, giusto? Non voglio mancare all’appuntamento. […] Amico non lo so. Potrebbe essere l’esperienza che ti fornisce il pezzo mancante del mosaico… » . Così scrisse Jim Morrison e la morte lo colse a Parigi, dove tuttora è sepolto, il 3 Luglio 1971. Nel 40° anniversario della scomparsa la Sezione Giovanile dell’Associazione Culturale Anassilaos, nell’ambito del ciclo sul tema “L’Età Breve. Viaggio nell’ “arte maledetta” (Arte Figurativa, Musica, Poesia), ha dedicato un incontro all’artista statunitense che per la sua vita disordinata, per la sua voglia di stupire e scandalizzare i benpensanti, per l’uso di stupefacenti ed alcool è visto come il prototipo dell’artista maledetto, geniale ma umanamente fragile. L’incontro è stato condotto da Giacomo Marcianò, responsabile  dell’Anassilaos ed esperto di musica rock, e da Tito Troppa, Presidente di Anassilaos Giovani.  Nato in Florida l’8 settembre del 1943, Jim Morrison è stato uno tra i più importanti esponenti della rivoluzione culturale del ’68 ed un cantante che ha fatto la storia del rock statunitense. Definito il poeta del sesso e della morte, chiamato anche il “re lucertola”, ha saputo nei suoi testi unire la tradizione dei poeti maledetti francesi con quella dei poeti e degli scrittori americani della beat generation (Ginsberg, Kerouac). Alla guida del gruppo rock dei  Doors, (“Le porte” in italiano), il cui nome deriva da un verso di una poesia del poeta inglese William Blake ( Se le porte della percezione fossero purificate, tutte le cose apparirebbero agli uomini come sono veramente: infinite)   Jim Morrison è stato tra i protagonisti della rivoluzione musicale, culturale e sociale che ha caratterizzato gli Stati Uniti  dal 1968 in poi, una stagione intensa sotto ogni profilo, che ha anche divorato alcuni dei suoi figli più geniali – pensiamo a Ginsberg e, poco più tardi,  al geniale Basquiat – oltre che cantanti quali Hendrix e Janis Joplin e lo stesso Morrison. La ricerca dei giovani di Anassilaos, nell’analizzare tali figure, sia sul piano artistico/musicale  che su quello del mito che tuttora circonda Jim Morrison e gli altri, è quello di separare il momento artistico, che conserva ancora oggi una sua validità e un suo innegabile fascino, da una vita autodistruttiva nel tentativo di scindere il binomio, tutto sommato romantico, di genio e sregolatezza, quasi che l’uno si accompagni sempre all’altra. Di Jim Morrison, a quaranta anni dalla morte, superate le polemiche, restano  la grande musica e la poesia condite da una sorda disperazione esistenziale che ancora oggi riesce, come avviene per la grande arte, a provocare emozioni.

Giuseppe Dattola

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