Per i dirigenti della pubblica amministrazione è in arrivo una sforbiciata sugli stipendi: dal 2011 infatti, secondo quanto prevede la manovra economica approvata questa estate, i trattamenti complessivi dei singoli dipendenti della pubblica amministrazione, anche di qualifica dirigenziale, superiore ai 90.000 euro saranno ridotti del 5% (per la parte eccedente il limite). Il taglio vale fino al 31 Dicembre 2013. La manovra prevede un taglio più consistente per le buste paga ancora più pesanti: per gli stipendi superiori a 150.000 euro infatti – si legge nell’articolo 9 – il taglio della retribuzione sarà del 10% per la parte eccedente questa cifra. La cura dimagrante delle buste paga vale a maggior ragione per gli uffici di diretta collaborazione dei ministri: per loro infatti ci sarà un taglio del 10% “sull’intero importo dell’indennità”. Il taglio delle retribuzioni per dipendenti e dirigenti “non opera a fini previdenziali” e il calcolo dell’assegno si farà sulla base delle retribuzioni “ante-taglio”. Un messaggio importante questo da parte del Governo che dimostra sensibilità in un momento di grave crisi economica. E’ chiaro che i compensi rimarranno sempre corposi ma quanto meno è un primo passo per far capire che si cercherà di andare incontro alle esigenze dei lavoratori statali la cui retribuzione ha avuto una grossa svalutazione dall’entrata in vigore dell’Euro.
Giuseppe Dattola