Medicina: da stampante in 3D nuova pelle per ustionati
Pelle artificiale disegnata al computer e ‘fresca di stampa’, per rivoluzionare il trattamento delle vittime di ustioni. Sembra fantascienza, ma secondo un team di ricercatori della Wake Forest University a Winston-Salem (Usa), questa nuova tecnologia non è poi così lontana. Anzi, gli esperimenti condotti finora lasciano pensare che questo sistema potrebbe rivoluzionare la terapia di ustioni e ferite. I ricercatori diretti da James Woo hanno presentato la stampante della pelle al congresso di Washington dell’Aaas (American association for the advancement of science), che pubblica lo studio sulla rivista ‘Science Now’. Ma come funziona questa macchina? Prima uno scanner laser determina l’esatta dimensione e la forma dell’ustione, poi la macchina crea una ricostruzione in 3D della lesione. Infine ‘disegna’ e ‘stampa’ pezzi di pelle su misura. Una ricerca finanziata dal Dipartimento della Difesa americano, che potrebbe accelerare la terapia delle ferite, favorendo la cicatrizzazione rapida, ha detto lo studioso. “Usando il bioprinting potremmo evitare molti dei problemi affrontati, ad esempio, nel trattare le ustioni sui campi di battaglia”, spiega Yoo. Il bioprinting è una tecnologia “portatile” simile a una stampante, che consente di stampare una pelle artificiale composta da un mix tra cellule della pelle, collagene e coagulante direttamente sulla ferita. Non si tratta di una soluzione permanente per gravi ustioni, ma abbastanza rapida per evitare la perdita di preziosi fluidi vitali, dicono i ricercatori, accelerando così il processo di guarigione. Il metodo è stato testato sui maiali e ha consentito di produrre strisce di 10 cm per 10. Un giorno la speranza è quella di poter usare le cellule stesse del paziente da trattare, un processo più lento ma che, concludono i ricercatori, eviterà il rischio di rigetto della pelle prodotta dalla stampante in 3D.
La cellulite ha i giorni contati: un jeans promette di eliminarla
La cellulite, cruccio numero uno delle donne, potrebbe trovare un nuovo nemico nei jeans Eve-Lerock, i primi che promettono di combattere l’odiosa pelle a buccia d’arancia, con un mix di sostanze applicate al denim: caffeina, escina e vitamina E.
Il lancio ufficiale del ‘magico’ pantalone si terrà nella prossima edizione del salone White beauty. I nuovi jeans, giurano dalla casa madre, riducono il giro coscia fino a due centimetri. Progettato da Luca Berti, Eve-Lerock è frutto di uno studio cosmetologico applicato al tessile.
Unisce il design anatomico del creativo che ha speso trent’anni nel casual wear, lavorando per marchi come Diesel e Parasuco, agli studi di Florence Bombard, cosmetologa di fama internazionale, che ha creato e testato per Lerock un principio attivo originale, brevettandone l’ancoraggio sul tessuto jeans.
Il segreto è nel trattamento del denim con caffeina, per un’azione lipolitica (scioglie l’accumulo adiposo); con l’escina, estratta dai frutti di ippocastano, per un’azione vaso protettiva, con la vitamina E, anti ossidante che contrasta l’invecchiamento dei tessuti. L’insieme delle tre sostanze applicate al tessuto porta al risultato di riduzione dell’effetto buccia d’arancia.
I jeans Eve Lerock danno forma a mela al lato B con tagli curvi che valorizzano il corpo femminile. La modellistica porta verso l’alto i glutei e snellisce la figura. I jeans cosmetici vanno indossati per 28 giorni prevedendo un giorno ogni 6 di lavaggio. Dopo 4 cicli il trattamento è completo. Al quarto lavaggio le sostante attive perdono il 30% dei loro effetti ma possono essere ricaricate con un kit.
M. Cristina Scullino