Nel complesso sistema di attività produttive e commerciali che caratterizzano l’economia, le banche rivestono un ruolo assolutamente indispensabile. Allo stato attuale non sarebbe possibile concepire, infatti, alcuna attività economica che non sia supportata da un robusto sistema bancario. Ma, che cos’è, di preciso, una banca? Si usa, al proposito, l’espressione di “azienda intermediatrice del credito, che si pone in posizione di contatto fra il risparmio e l’investimento”. A noi piace definire la banca come una speciale azienda commerciale, quasi fosse un negozio tutto particolare. La particolarità sta nel fatto che in questo negozio si fa commercio di moneta. Quindi possiamo assimilare la banca ad un commerciante tutto speciale, che compra e vende il danaro. Da chi compra il danaro la banca? Risposta facile: dai risparmiatori, che usano vari strumenti, quali il classico libretto di risparmio, oppure il conto corrente, od anche le obbligazioni che le banche possono emettere. A chi vende il danaro la banca? Risposta altrettanto facile: agli imprenditori che se ne servono per il normale funzionamento della loro azienda. Il contratto bancario più frequente per un imprenditore è il fido, un contratto mediante il quale la banca mette a disposizione dell’imprenditore una somma per il funzionamento dell’azienda. Su questa somma, che di norma viene utilizzata attraverso l’emissione di assegni di conto corrente, l’imprenditore è tenuto a corrispondere alla banca l’interesse pattuito. Ma è da evidenziare anche il mutuo, altro tipico contratto bancario, in base al quale la banca presta soldi ad un soggetto che utilizzerà il danaro per l’acquisto di un immobile, sia per abitazione sia per attività imprenditoriale. In tal caso viene calcolata una rata, mensile o annua, di rimborso del capitale prestato e dell’ interesse maturato. Ecco, appunto, l’interesse. L’interesse viene sempre definito come il prezzo per l’uso della moneta. La banca, però, nella sua tipica attività di intermediazione creditizia, lavora con due tassi di interesse: uno a debito ed uno a credito. Infatti, quando la banca riceve denaro dai risparmiatori, si costituisce nei loro confronti come debitore, e pattuisce con costoro un tasso abbastanza modesto. Al contrario, quando la banca presta soldi agli imprenditori, si costituisce quale creditore nei loro riguardi, e pattuisce con essi un tasso di interesse abbastanza elevato. Le banche non possono operare in autonomia decisionale, ma sono sottoposte innanzitutto alla legislazione bancaria vigente, che ne disciplina i margini di operatività; sono sottoposte, inoltre, alla vigilanza della Banca d’Italia e del Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio. Ma devono soggiacere, in ogni caso alle leggi che scaturiscono dal mercato monetario internazionale, su cui vigila e decide, per l’Italia e per gli altri paesi UE, la Banca Centrale Europea con sede a Francoforte sul Meno, in Germania. Giova ricordare, comunque, che nella Politica Economica di un paese, la manovra del tasso di interesse riveste una grande importanza per frenare o favorire lo sviluppo economico. Tassi di interesse elevati determinano un aumento del risparmio ed una contrazione dei consumi, oltre a sfavorire nuovi investimenti. Al contrario, tassi di interesse modesti possono indurre un aumento dei consumi idoneo a stimolare la produzione con nuovi investimenti, ma possono determinare processi di inflazione nel breve periodo.
Prof. Giuseppe Cantarella