22\02\2011 – Il difficile momento di stabilità politica che stanno vivendo i paesi nord africani non causa problemi solo alle comunità locali. Esaminando la situazione Libica (la nazione nella quale ad oggi si stanno verificando gli scontri più aspri e sanguinosi) si comprende che il prezzo del greggio al barile potrebbe subire un’impennata stratosferica qualora lo stato di Gheddafi, il quarto produttore africano di combustibili (non solo petrolio,ma anche gas metano) decidesse di chiudere le esportazioni dirette per lo più ai paesi europei. Questo causerebbe una crisi nell’offerta del petrolio e la domanda dell’Europa si rivolgerebbe ad atri stati produttori che ne alzerebbero ovviamente il prezzo anche perché dovrebbero aumentarne l’estrazione. Ieri il greggio a Londra è stato quotato 105,08 dollari al barile il prezzo è ancora accettabile ma si teme un altro rialzo se non smetteranno le tensioni socio-politiche in Libia. Gheddafi, ha già in qualche modo minacciato i paesi europei , chiedendone il sostegno per domare la rivoluzione in cambio della stabilità nel programma di controllo che il suo paese sta effettuando sull’immigrazione clandestina. Dobbiamo adesso tutti sperare che si sistemino le cose al più presto in Libia e che il governo decida di discutere i problemi col popolo e aprire alla democrazia oppure l’unico flusso “nero” che avremo in Europa sarà quello di milioni di sfollati, profughi e prigionieri politici (nemmeno un barile di greggio). La nostra economia sarà quindi doppiamente a rischio e nuovamente al collasso
fmp