E’ di un giovane ricercatore calabrese, Giuseppe Squillace, originario di Santa Severina (Crotone), il primo studio sugli odori antichi. Nella sua opera “Il profumo nel mondo antico” Squillace, accompagna il lettore in un fantastico viaggio tra i profumi e gli odori dei popoli antichi, dove il profumo da offerta agli dei (‘per fumum’) diviene un compagno inseparabile nella vita di ogni giorno. Per fare ciò, il giovane ricercatore in Storia greca dell’Unical, attualmente presso la Technische Universitat di Dresda (Germania), finanziato dall’Alexander von Humboldt Stiftung di Bonn, sta realizzando un progetto di ricerca sui medici vissuti nella Magna Grecia ed in Sicilia nel IV secolo a.C e parte dallo studio di Teofrasto, un filosofo originario di Ereso nell’isola di Lesbo e vissuto tra il IV ed il III secolo a.C.. A lui Squillace dedica la prima parte della sua opera proponendo la prima edizione in italiano con testo greco a fronte del trattato ‘Sugli odori’ di questo studioso dell’antica Grecia, raccogliendo invece, nella seconda parte del testo, i brani di importanti autori greci e latini sulla profumeria. Squillace tenta di dare risposte a domande come, ad esempio, su ‘come possiamo metterci nei panni di un contemporaneo di Aristotele e di Teofrasto e guardare il mondo con i suoi occhi, in particolare il mondo degli aromi?’. Ed infatti potrebbe stare tutto racchiuso in questa domanda l’obiettivo che il ricercatore calabrese si propone nelle oltre 250 pagine di quello che, in un certo senso, potrebbe essere considerato un vero e proprio trattato moderno sulla profumeria antica. Partendo da ciò e dal connubio che, sempre secondo Villoresi, esiste tra filosofi e profumieri che “hanno da sempre molto in comune, prima fra tutte la ricerca dell’essenza”, che Squillace si immerge in questo mondo poco conosciuto e, quindi per questo, ancora tutto da esplorare. E’ lo stesso Teofrasto che, ponendo a confronto sapori, colori e odori, li distingue tutti in sette tipi. Sfogliando il libro, all’interno del quale fanno ‘capolino’ non solo le foto di antiche cartine e percorsi commerciali ma anche di antichi contenitori di unguenti e profumi come lekytos, alabastron, askos, accanto al sapore antico che si avverte scorrendo le pagine in greco, si affiancano i profumi passati che, quasi a voler “conquistare” il lettore sembrano scaturire dalle descrizioni raffinate che lo stesso Teofrasto fa. Non meno importante è l’appendice documentaria dove Squillace raccoglie, in traduzione italiana, i passi più significativi sul tema degli odori e che sembrano diventare una sorta di appendice all’opera del grande filosofo greco. Infatti, i vari brani di autori come Omero, Saffo, Erodoto, Ovidio, Plauto, Platone, Ippocrate, per citarne qualcuno, sembrano quasi un corollario di “Sugli odori”, seguendone una sequenza logica e legata alla sua opera.
Giuseppe Dattola