La Fiat non ha nessuna intenzione di lasciare l’Italia. L’obiettivo di «Fabbrica Italia» è quello di incrementare gradualmente i volumi di produzione di autovetture negli stabilimenti italiani della casa automobilistica torinese, arrivando nel 2014 a raggiungere 1.400.000 unità, più del doppio rispetto alle 650.000 prodotte nel 2009. Questo piano rappresenta anche una grande opportunità per creare nuovi posti di lavoro in Italia e per aumentare i salari. Il livello degli investimenti previsto per il Paese nell’arco del piano di sviluppo, dunque, è enorme; di conseguenza, se ci saranno utili, aumenteranno gli stipendi. L’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, spiega davanti la Camera perché il Gruppo Fiat deve cambiare per sopravvivere e avere successo nel mercato globale: «Se riusciamo a incrementare l’utilizzo degli impianti, arrivando ad una percentuale dell’80 per cento rispetto all’attuale 40 per cento, noi siamo pronti ad aumentare i salari, portandoli al livello della Germania e della Francia. Nel 2010 l’azienda ha ottenuto un risultato operativo di oltre 760 milioni di dollari, grazie alle attività realizzate negli Stati Uniti e in Canada. Abbiamo riconosciuto lo sforzo fatto dai lavoratori e, per ringraziarli del contributo che hanno dato ai risultati di Chrysler, abbiamo deciso di distribuire a tutti i dipendenti un premio di produttività. Questo può succedere anche in Fiat. Ma è chiaro che, prima di parteciparli, gli utili dobbiamo farli». «”Fabbrica Italia” – prosegue Marchionne – rappresenta un’opportunità unica affinché il nostro sistema industriale italiano compia un significativo passo in avanti, voltando pagina e chiudendo con un passato che non riflette la realtà del mondo odierno. Per questo, dobbiamo essere in grado di aumentare l’utilizzo degli impianti e avere la certezza di rispondere con rapidità ed efficienza ai cambiamenti della domanda di mercato, in modo da non perdere opportunità preziose».
Filippo Turiano