Lagane e ceci, murseddu, pitta ‘mpigliata, cucci’a, fritture di Natale: il fast food pur tanto in voga nulla ha potuto contro questi piatti che arrivano dal passato remoto. Per chi si interessa di alimentazione ed ha passione per stoviglie e tavole imbandite, è stata inaugurata nelle settimane scorse la mostra “Tracce dell’antico sulla tavola dei Calabresi” che resterà aperta sino al 21 febbraio al Museo dei Brettii e degli Enotri, a Cosenza. La mostra offre spunti di conoscenza e di riflessione non solo sul come si mangiava e sul modo di imbandire la tavola nelle civiltà greche e romane, ma anche su quanto di quelle epoche è giunto fino alle tavole odierne, sulla evoluzione culturale che ha subito nei secoli la preparazione dei cibi, sugli intrattenimenti collaterali ai pasti. La mostra ricostruisce ambientazioni greche e romane con l’esposizione di reperti e pannelli che documentano le varie epoche e ne spiegano le caratteristiche. Il Lanificio Leo di Soveria Mannelli ha messo a disposizione tessuti con disegni simili a quelli antichi, realizzati ad hoc per alcune parti delle ricostruzioni. Come dire…la cucina calabrese riesce ad unire qualità e fantasia per usare un termine sportivo. La Mostra ha avuto un grande successo tanto che gli organizzatori potrebbero riproporre qualcosa di simile a breve.