A Roma per il Capodanno Cinese 2011

L’Oriente festeggia il nuovo anno. Secondo il calendario cinese – lo scorso 3 febbraio – è, infatti, iniziato quello che sarà l’anno del coniglio. Le comunità cinesi e orientali di tutto il mondo sono nel vivo della festa. Draghi e leoni, lanterne rosse, danza dei tamburi, balli tradizionali cinesi, animeranno tutta la settimana anche molte città italiane. Il 5 e il 6 febbraio prossimi, numerosi saranno gli appuntamenti nella Capitale. Sabato, presso l’Auditorium Parco della Musica, nella sala Sinopoli, l’Accademia dell’Università Minzu della Cina si esibirà nel “Ballo delle minoranze cinesi”. Nel pomeriggio di domenica, da piazza Venezia partirà la parata in maschera che, dopo aver risalito via del Corso, si concluderà in piazza del Popolo. Qui il gran finale sarà affidato ai giochi pirotecnici. Questo fine settimana a Roma potrete prendere “due piccioni con una fava”. Sarà, infatti, l’ultima occasione per ammirare la prestigiosa mostra – “Due imperi: l’Aquila e il Dragone” – allestita nella cornice di Palazzo Venezia. Un viaggio ideale per ripercorrere i momenti salienti della nascita e dello sviluppo dell’impero cinese (dinastie Qin e Han) e dell’impero romano. Oltre 400 capolavori mettono in luce aspetti della vita quotidiana, della società, del culto e dell’economia dei due mondi, quello orientale e quello occidentale, mai venuti concretamente in contatto. Per migliaia di anni, la Via della Seta – il fascio di strade che univa Pechino a Roma – è stata il luogo dello scambio di profumi, spezie, oro, giada, pelli e seta ; scambio economico e culturale che avveniva, però, tramite intermediari. “Si vuole mostrare – è quanto si legge sul sito del Ministero dei beni culturali – come in condizioni storiche e geografiche del tutto distinte, due grandi culture abbiano sviluppato esiti ora del tutto diversi, ora simili, differenti nelle forme esterne, ma affini nella struttura funzionale. Nonostante la lontananza geografica, infatti, le due civiltà si sono evolute parallelamente e la loro grandezza ha influenzato, come nessun altro popolo sia mai riuscito a fare, il corso della storia del mondo.” “Se è pur vero che tra le due civiltà ci furono punti di incontro, è altrettanto vero che le differenze sono ben più numerose: concezioni dell’impero diverse e soprattutto il rapporto con l’aldilà. Come afferma il curatore della parte cinese, Maurizio Scarpari – Abbiamo deciso di non mettere i pezzi a confronto per non rischiare di fare confusione e di contaminare l’imponenza e la maestosità di entrambi gli imperi. Non è stato facile. –  continua Scarpari – . Sono stati coinvolti più di 50 musei, tutta la Cina si è mobilitata. Per il governo cinese è stato un grande sforzo, ma ha capito l’importanza dell’evento e ha aperto i forzieri, facendo arrivare in Italia pezzi rarissimi, talmente preziosi che alcuni non avevano mai lasciato la Cina prima d’ora, non erano andati neanche a Pechino.” Tra questi, lo straordinario sarcofago in legno, lacca e giada risalente al II-I sec a.C. e rinvenuto nella provincia dello Jiangsu o il preziosissimo drappo funerario del marchese di Dai (II sec. a.C.), che descrive il viaggio dell’anima nell’aldilà. Notevoli sono anche le testimonianze antropologiche, come il così detto “albero delle monete”, un altare in terracotta e bronzo,o le riproduzioni in ceramica di interi palazzi.”
L’Impero Cinese e l’Impero Romano, sono state sicuramente due civiltà estremamente diverse. Una cosa hanno in comune: la grandezza, che riecheggerà per sempre.

Adele Sergi

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