Il 2010 rappresenta un record in termini negativi in fatto di utilizzo della cassa integrazione. Quest’ultima, infatti, è pesata nelle aziende italiane per ben 4,6 miliardi di euro: per ogni lavoratore, precisamente, andranno persi 8 mila euro in busta paga, proprio per effetto degli 1,2 miliardi di ore autorizzate, più di un quarto delle quali in deroga. Dati che rispecchiano la crisi produttiva in Italia, che ha determinato un calo degli ordinativi nell’Industria italiana; e dati, inoltre, incontrovertibili, che fanno comprendere come l’industria italiana sia stata in crisi.
Secondo il segretario confederale della CGIL, Vincenzo Scudiere, si tratterebbe del «risultato peggiore di sempre, andando oltre il punto più basso della crisi produttiva toccato nel corso del 2009, e che va letto in parallelo al tonfo degli ordinativi nell’industria registrato dall’Istat.
Il numero di lavoratori in cassa integrazione delinea, inoltre, un’ampia area di “forzata inattività produttiva” che può essere calcolata all’interno della platea dei disoccupati.
Sommando quindi i cassintegrati insieme agli “scoraggiati” l’indice di disoccupazione complessivo oscilla tra il 10,7% (prendendo come riferimento il tiraggio presunto di CIG, ovvero 409.283 lavoratori) e l’11,4% (alla luce dei 580mila in CIG a zero ore). Per quanto riguarda la platea di scoraggiati il rapporto di Corso d’Italia ricorda che lo scorso anno 114.562 persone hanno rinunciato a iscriversi alle liste di collocamento».
«Il debole segnale di ripresa – prosegue Scudiere – sta tutto in queste cifre: senza un autorevole intervento del governo sulla politica fiscale, a vantaggio dei redditi medio bassi, e scelte politiche per la ripresa industriale, il Paese non uscirà dall’attuale situazione, dove ormai sta, prepotentemente, aumentando la componente strutturale della crisi.
Il rapporto Cgil denuncia una situazione economica e sociale sempre più insostenibile per milioni di lavoratori che ricevono coperture economiche inconsistenti e irrisorie mentre molti continuano invece a restare senza sostegni. L’analisi calcola come, nel corso del 2010, i lavoratori parzialmente tutelati dalla cig hanno perso nel loro reddito 4.615.489.747 euro netti, mentre ogni singolo lavoratore, che è stato a zero ore in tutto questo periodo, ha avuto una perdita economica certa, anche al netto del consumo effettivo delle ore di cig autorizzate, di 8.007 euro netti». Battuta d’arresto, dunque, l’anno scorso (rispetto al 2009) della cassa integrazione ordinaria pari a 341.810.245 ore; valore che porta a un -40,7%.
Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria si è registrato invece, nel periodo tra gennaio e dicembre 2010, un significativo aumento pari a +125,4% (sempre rispetto al 2009); volume di ore di 488.790.424. Ma per la Cgil questi dati confermano come la ripresa produttiva non sia ancora capace di muovere positivamente l’occupazione nei settori produttivi.
Il numero di lavoratori in cassa integrazione è un indicatore di forzata inattività da un punto di vista produttivo. Servirebbe un intervento serio ed efficace che vada a risolvere i problemi strutturali del sistema Italia. Vincenzo Scudiere ritiene importante la presentazione di un piano programmatico di intervento volto a modificare la politica fiscale, a vantaggio dei redditi medio bassi, e scelte politiche per la ripresa industriale.
Filippo Turiano