Continua a regnare il caos in Tunisia

Nuovi sviluppi sul caos che negli ultimi giorni ha sconvolto la Tunisia. Il governo di unità nazionale nominato nei giorni scorsi per traghettare il Paese fino le prossime elezioni ha già perso pezzi. Il principale sindacato del paese, l’Unione per il Lavoro (UGTT), che contava tre uomini nel nuovo governo, ha ritirato i suoi tre ministri annunciando poco prima di non condividere il nuovo corso. Sotto accusa le scelte del nuovo premier di dare comunque spazio a diversi esponenti del RCD, il partito del presidente destituito Ben Ali. Frattanto le strade di Tunisi e delle altre città più importanti del Paese restano teatro di numerose proteste e violenti scontri. Migliaia di manifestanti si sono riversati per le strade della capitale e delle altre città, prima delle dimissioni dei tre ministri, per protestare contro la presenza nel governo ad interim di esponenti del partito dell’ex presidente. In più di una occasione la polizia ha disperso i manifestanti con lanci di lacrimogeni. Durante la mattinata di ieri erano arrivate notizie di incidenti causati dalle milizie vicine a Ben Ali e sono stati uditi colpi d’arma da fuoco. Cresce intanto la preoccupazione che la protesta si allarghi ad altri Paesi africani. In Egitto sono ormai saliti a tre i casi di roghi umani. Episodi analoghi erano accaduti poche ore prima anche in Algeria e in Mauritania.

Filippo Turiano

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