Nella serata di Mercoledì una spettacolare eruzione ha avuto luogo sull’Etna. Il vulcano ha dato vita a uno spettacolo davvero emozionante, con fontane di lava sparate in cielo e colate, visibili persino dalla costa calabrese reggina. L’insolito avvenimento ha avuto luogo intorno alle 23, provocando parecchia curiosità negli abitanti delle due sponde dello Stretto. La lava è uscita in maniera copiosa dalla profonda depressione apertasi sul fianco orientale del cratere di sud-est. L’Istituto Nazionale di Geofisica ha fatto sapere che l’eruzione era prevista da tempo, dato che i condotti interni del vulcano erano pieni di magma. La situazione è stata molto simile a quella verificatasi nel 2006, quando una coltre di cenere ha invaso letteralmente la zona siciliana e anche quella calabrese più vicina, coprendo tutto il paesaggio di un manto grigio, simile a una neve invernale. L’aeroporto “Fontane Rosse” di Catania è stato immediatamente chiuso, con tutto il traffico aereo dirottato su Palermo.
Una profonda depressione, come già accennato in precedenza, si è aperta sul fianco orientale del cratere di sud-est. Per adesso gli studiosi che effettuano il monitoraggio sul vulcano hanno fatto sapere che l’attività ha perso vigore, e i canali magmatici sono ritornati ai livelli precedenti l’eruzione, facendo intuire che si sono svuotati del materiale e della pressione che ormai sono stati espulsi durante l’eruzione. La colata lavica si è riversata lungo la desolata e desertica Valle del Bove, interessando solamente la classica fascia della “Sciara del Fuoco”. Al momento il braccio di magma fuoriuscito dal cratere sembra fermo, e non è nemmeno alimentato da materiale fuso in movimento. Questa eruzione dunque ha fatto fuoriuscire l’energia accumulata all’interno di “Mungibeddu” (il nome in dialetto dell’Etna), riportando i valori ai livelli ottimali e di routine. L’Etna non è nuovo a fenomeni di questo genere, e ciclicamente dà vita a questi spettacoli entusiasmanti per le popolazioni limitrofe. Sperando che le manifestazioni geologiche della Muntagna (altro appellativo in dialetto siciliano) rimangano sempre su questo profilo, non causando danni a cose o persone, non ci resta che godere dello spettacolo che la natura sta offrendo a noi, fortunati osservatori, in queste sere limpide di un inverno fin troppo mite.
Salvatore Borruto