Tutte le generazioni cestistiche cresciute dagli anni’ 70 in poi hanno senza dubbio avuto un mito in comune: Dan Peterson, l’uomo che ha rivoluzionato il basket italiano sul campo e non solo. Eh si, perché il vecchio Dan non solo ha introdotto delle novità tattiche che hanno cambiato il modo di giocare sui parquet del bel paese ma Peterson ha fatto scuola di giornalismo, ha portato una ventata di entusiasmo in una figura troppa statica come quella del telecronista e si è fatta apprezzare per la sua grande cultura sportiva che non si fermava solamente al suo amore, la pallacanestro. L’uomo del Lipton conosceva perfettamente tutti i segreti degli sport più popolari d’oltreoceano e li ha raccontati a noi italiani che pendevamo dalle labbra di un personaggio che ha fatto la storia diventando un nostro connazionale. Tutti lo ricordano per le sue performance televisive ma Dan è stato uno dei migliori allenatori della storia della pallacanestro italiana. E’ stato l’uomo che ha aperto il primo ciclo della Virtus Bologna e, successivamente, ha vinto tutto con le Scarpette Rosse di Milano, una società con la quale ha scritto delle pagine indimenticabile conquistando successi in tutto il mondo. Era la Milano di D’Antoni, McAdoo, Gallinari, tutte leggende del basket italiano che si sono fatte guidare da questo autentico stratega della palla a spicchi. Adesso Peterson ritorna nella sua casa madre perché la dirigenza milanese ha deciso di rivolgersi a lui dopo l’esonero di Piero Bucchi. Peterson dovrà guidare una squadra che ha grandi potenzialità ma che fino adesso ha raccolto molto meno rispetto a quanto previsto dall’entourage biancorosso dopo una dispendiosa campagna acquisti. A 75 suonati ma portati benissimo, Dan ha accettato l’offerta con grande entusiasmo ed è pronto a rimettersi in tuta per vincere l’ennesima scommessa della sua vita. I cestisti di Milano si devono preparare all’arrivo di un autentico tornado che saprà motivarli nel modo migliore possibile ma che, nello stesso tempo, non farà prigionieri e punirà chi non darà tutto per la canotta più prestigiosa d’Italia. Rivedremo la sua difesa a zona uno-tre-uno contro la quale in pochi sono riusciti a trovare risposte e Milano attuerà spesso il gioco L che non è alto che un pick and roll alto del playmaker con il lungo che sa tagliare verso canestro ( ed i già citati D’Antoni e McAdoo erano degli autentici maestri della specialità).. Rivedremo il suo atteggiamento positivo anche dopo una sconfitta. Rivedremo Dan, l’uomo che ha insegnato basket a milioni di persone spiegandolo in maniera semplice. Riabbracceremo Peterson, il padre dei telecronisti del basket che, senza dubbio, chi più e chi meno, si ispirano a lui. Rivedremo in panchina un grande esperto di basket che diceva di non essere schierato ma tutti avevano capito che era un tifoso sfegatato dei Chicago Bulls e di tutto quello che veniva dal suo stato di nascita…l’Illinois..il basket..anzi lo sport si riprende un grande personaggio ed un uomo che non vuole smettere di stupire nonostante sia in età da pensionamento secondo i canoni lavorativi italiani…ma i nipotini ed il tè sulla sdraio sono ancora delle tappe lontana nella vita del piccolo grande uomo americano…
Giuseppe Dattola