Botti di Capodanno, la storia si ripete (?)

Come ogni anno, e l’anno precedente, e l’anno precedente ancora, continua ad essere presente un must della società italiana, visto dai più come qualcosa di “pericolosamente” irrinunciabile: le infinite quantità di botti che verranno presto sfornati nella notte di San Silvestro. Una storia che si ripete, identica, ogni anno: soprattutto nei giorni che intercorrono tra Natale e l’1 Gennaio le strade di ogni città d’Italia accolgono cicciole, mini-cicciole e affini, come prove generali di bombe più grandi e più pericolose pronte ad esplodere per salutare l’anno nuovo. E arrivano puntuali come sempre anche i controlli preventivi: proprio nei giorni scorsi ad una cittadina di origine cinese sono state sequestrate numerose tonnellate di giochi d’artificio considerati pericolosi. Ed ancora: come ogni mattina di Capodanno, assisteremo ad un telegiornale che riferirà il “bollettino” di morti e feriti causati dai botti della notte precedente (come dimenticare, ad esempio, la figlia del boss napoletano che ha sparato un colpo di pistola colpendo alcune persone che semplicemente erano affacciate al balcone della loro casa?). Insomma, lungi dal rinnegare decennali tradizioni (quella dei botti è spesso vista come una vera e propria usanza che si tramanda di padre in figlio), questo “lato oscuro” della prima notte dell’anno porta inevitabilmente a riflettere: chiudiamo gli occhi e spariamo, o consideriamo anche eventuali problemi che possono in tal modo essere involontariamente causati a sé stessi e al prossimo? I botti mettono allegria (come sarebbe infatti un Capodanno senza ascoltare da fuori lo scoppiettio e le luci dei fuochi d’artificio? Senza dubbio triste), ma vanno accostati al senso di civiltà di ciascuno di noi. Repetita iuvant: l’invito alla prudenza non è mai troppo inflazionato. E, assieme ad esso, vi è l’invito alla legalità: consumare soltanto i botti approvati e sicuri, che altrimenti creerebbero i non pochi problemi che ogni anno vediamo in televisione. Per fortuna, c’è da dire che di anno in anno il numero dei feriti cala visibilmente. Segno che la civiltà del nostro Paese si nota anche in questo, ed anche per questo argomento ha a mano a mano un occhio di riguardo sempre più attento. Ma mai fermarsi: tra un fuoco d’artificio ed una “bombetta”, è d’obbligo pensare a non far del male salvaguardando per primi se stessi.

Elisa Gerardis

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