Le feste natalizie sono l’occasione migliore per radunare attorno alla tavola imbandita parenti ed amici. E’ necessario però seguire alcune regole di base per apparecchiare in modo giusto e disporre i bicchieri secondo quanto comanda il galateo. Si evitano incidenti fastidiosi e si fa un figurone con poco dispendio di energie. Prima di tutto occorre dare la giusta importanza ai bicchieri “speciali” che nella disposizione finalizzata al brindisi hanno una posizione a parte. La coppa, o il calice per vino da dessert, solitamente utilizzati per ultimi, vanno lievemente spostati all’indietro rispetto all’allineamento diagonale formato dai tre bicchieri da acqua, da vino rosso e da vino bianco. Nell’ordine: quello da acqua va posto sul prolungamento della punta del coltello, e gli altri due alla sua destra, a formare una linea discendente “a canna d’organo”.
Champagne e spumanti secchi vanno degustati nel calice a tulipano semiaperto o nel flute, alto e stretto, leggermente rafforzato nella parte superiore, che permette lo sviluppo del perlage (le bollicine) e valorizza il bouquet. Il flute sarà più avanti rispetto ai tre bicchieri quando lo spumante brut è servito con gli antipasti. Se si decide di berlo durante tutto il pasto, è consigliabile versarlo, invece, in un normale bicchiere da vino: riempire continuamente il flute risulta infatti poco pratico. Senza contare che molti signori provvisti dal buon Dio di un naso “importante” potrebbero trovare un po’ scomoda la stretta imboccatura. Una nota particolare va riservata alla famosa “coppa da champagne”: in Francia sono molte le persone che preferiscono questo tipo di bicchiere, perché esalta il profumo del vino. Non a caso le coppe sono il contenitore ideale del moscato e dell’Asti spumante, che così possono esprimere tutto il loro aroma e il dolce sapore. Mentre sorseggiamo, ricordiamo che questo bicchiere, secondo la tradizione, fu disegnato prendendo a modello un famoso seno femminile: quello di madame de Pompadour, bellissima favorita del re francese Luigi XV. Occorre inoltre eliminare certe abitudini divertenti ma non troppo eleganti. Mai aprire la bottiglia facendo il “botto”: non solo perché si compromettono aroma e perlage, ma perché le buone maniere impongono di evitare ogni rumore inutile e ogni gesto che possa arrecare disturbo e fastidio agli altri. Senza contare che i tappi che “volano” sono anche pericolosi: secondo le statistiche, ogni anno in questo periodo ben 2.000 persone riportano ferite agli occhi stappando incautamente una bottiglia. E veniamo al momento della “mescita”. Nel versare, la bottiglia si prende per il corpo non per il collo. Coppe e flutes vanno riempiti in due tempi, per evitare che si riempiano solo di schiuma, quindi si versa prima un dito di vino, si attende qualche istante e poi se ne aggiunge altro, ma senza colmare il bicchiere fino all’orlo: meglio fermarsi a circa ¾ della capienza, così il perlage durerà più a lungo. Ed ecco le regole di comportamento consigliabili a chi tiene il bicchiere. Questo non si solleva verso chi ci sta versando da bere, per aiutarlo a “fare centro”. Il bicchiere a calice si tiene per il fondo della coppa, non per lo stelo (è un gesto un po’ lezioso, permesso solo ai sommelier e agli assaggiatori professionisti). Beviamo poi a piccoli sorsi, senza rovesciare il capo all’indietro e senza vuotare il bicchiere fino all’ultima goccia. Un altro gesto da non fare – soprattutto se abbiamo in mano un calice di prezioso e, ahimè, fragilissimo cristallo – è quello di far urtare tra loro i bicchieri durante i brindisi: limitiamoci ad alzarlo all’altezza del viso, in un gesto simbolico, verso gli altri commensali, pronunciando le parole di augurio. Meglio se semplici e sincere. Buon Natale a tutti voi!
M. Cristina Scullino