23\12\2010 – Prima di regalare cosmetici leggere sempre attentamente le avvertenze in etichetta, poiché se i prodotti non rispettano le regole di produzione europee, si può andare incontro a dermatiti, in aumento negli ultimi anni soprattutto tra i giovanissimi che ricorrono sempre più precocemente al trucco. E’ uno dei consigli degli esperti dell’Istituto Dermatologico San Gallicano, in vista delle festività natalizie, durante le quali i cosmetici diventano uno dei regali più gettonati, per se stessi e per gli altri. Secondo i dermatologi occorre acquistare i cosmetici solo attraverso canali sicuri, facendo attenzione alla presenza dei marchi di qualità e all’etichetta che deve essere conforme al Regolamento UE sui prodotti cosmetici, approvato lo scorso marzo. Sull’etichetta, in caratteri indelebili, ci devono essere il nome e il responsabile dell’azienda produttrice, la data di scadenza del prodotto, le precauzioni per l’impiego, la funzione del prodotto e l’elenco degli ingredienti. Per i cosmetici importati è necessario che sia specificato il Paese d’origine. E’ consigliabile, poi, testarne una minima quantità su una piccola area dell’avambraccio due volte al giorno per un paio di giorni, in particolare per coloro che già hanno avuto reazioni allergiche e in caso di cute sensibile. Un cosmetico è per definizione un prodotto che migliora l’aspetto, aiuta nell’igiene personale e non influisce sulla struttura o sulla funzione della pelle. Perciò, i prodotti cosmetici non contengono ingredienti farmacologicamente attivi. L’Accademia Americana di Dermatologia ha rilevato che, in media, gli Americani adulti (e con buona approssimazione anche gli Europei) usano almeno sette cosmetici o prodotti cosmetici diversi al giorno. Non sorprende, pertanto, che le reazioni avverse a tali prodotti siano molto comuni. Bisogna considerare, inoltre, che nei paesi occidentali c’è una tendenza all’utilizzo di “prodotti naturali” con l’erronea convinzione che siano più salutari e che causino meno reazioni avverse rispetto ai prodotti “artificiali”. Tale mito va sfatato sottolineando che la maggior parte delle sostanze che possono provocare allergia sono “proteine naturali”.
I cosmetici possono essere suddivisi nei seguenti gruppi:
· Prodotti “di bellezza” come ad esempio quelli per il make-up;
· Prodotti per la cura delle unghie come gli smalti e gli struccanti;
· Prodotti per la cura della cute come gli idratanti;
· Saponi e prodotti per il bagno e la doccia;
· Prodotti per la rasatura come le schiume e lozioni dopo-barba;
· Prodotti per l’igiene orale come dentifrici e collutori;
· Prodotti per i capelli come gli shampoo, le tinture ed i trattamenti per la ricrescita;
· Prodotti per la protezione dai raggi solari;
· Prodotti per l’igiene intima femminile;
· Essenze contenute nei profumi e nelle colonie;
· I deodoranti ed antitraspiranti – dato che tecnicamente riducono la sudorazione incidendo sulla funzione della pelle, dovrebbero essere considerati dei farmaci.
Alcuni studi suggeriscono che circa il 10% della popolazione adulta europea e statunitense soffre di reazioni avverse ai cosmetici. Nella maggior parte dei casi queste sono costituite da dermatiti da contatto, in casi più rari da orticarie, anafilassi e fotosensibilizzazioni. Le dermatiti da contatto, a volte chiamate anche eczemi da contatto, si dividono in due sottogruppi: le dermatiti irritative da contatto e le dermatiti allergiche da contatto. Dagli studi statistici si evince che l’80% delle dermatiti da contatto è di tipo irritativo mentre il restante 20% è di natura allergica. Nelle dermatiti da contatto la cute diventa pruriginosa, eritematosa e con piccole vescicole che spesso desquamano (eczemi). Quando la dermatite persiste per molto tempo tende a cronicizzare e si osserva una riduzione dell’eritema e la cute appare secca, lichenificata e con piccole ragadi. Le sostanze più spesso coinvolte nelle allergie da cosmetici sono le essenze profumate, i conservanti, la parafenilendiamina impiegata nelle tinture permanenti dei capelli, gli alcoli della lanolina, il gliceril-tioglicolato ed il nickel presente come contaminante dei processi di lavorazione dei cosmetici. Anche prodotti di erboristeria possono provocare dermatite da contatto e contengono al loro interno piante o estratti di piante della famiglia delle Composite come carciofo, camomilla (presente in molti shampoo ed altri trattamenti per i capelli), crisantemo, tarassaco, calendula, ambrosia, cardo, ecc. Per dimostrare la sensibilizzazione allergica da parte di una sostanza sospettata in base alla storia del paziente si ricorre al patch-test che viene effettuato apponendo sulla cute del paziente (generalmente sulla schiena) dei cerotti (patch) contenenti gli allergeni sospettati. Tali cerotti verranno rimossi dopo due-tre giorni dall’applicazione E’ bene sapere che il paziente non deve sottoporsi al test durante la fase acuta della dermatite, non deve aver applicato o assunto cortisonici o immunosoppressori nelle due settimane precedenti il test ed è preferibile non si sia esposto a radiazioni UV (solari o artificiali) nel mese precedente il test, perché “spengono” il sistema immunitario della pelle e possono rendere il risultato falsamente negativo. La prevenzione è sicuramente da preferire al trattamento in quanto l’allergia ai cosmetici è trattabile ma non curabile. Ogni trattamento risulta inefficace se l’agente responsabile non viene identificato ed allontanato. L’impiego di creme a base di cortisonici può ridurre l’infiammazione ma è necessaria una perfetta aderenza alle prescrizioni mediche per evitare gli effetti collaterali di questi farmaci. Nei casi in cui le lesioni siano particolarmente estese o pruriginose si può ricorrere all’assunzione di antistaminici. Il ricorso agli antibiotici va riservato alle forme in cui si sono formate vescicole che dopo la rottura si sono infettate.
M. Cristina Scullino