Nuovo appuntamento con la rubrica “conosciamoli meglio”. Oggi racconteremo la “storia” di Simone Rizzato, classe 1981, alla seconda stagione in riva allo Stretto. Uno dei pochi confermati (fatta eccezione per i “figli del Sant’Agata), rispetto alla scorsa stagione; esterno sinistro di centrocampo tutto mancino, che predilige la fase offensiva ed i cross in mezzo per gli attaccanti. Simone nasce calcisticamente nelle giovanili del Fano ed a 17 anni nella sua prima stagione da professionista, colleziona un gettone in Serie C2. La squadra retrocede, e Rizzato trova molto spazio in Serie D, scendendo in campo per 64 volte e mettendo a segno anche 6 reti tra il 1999-2000 ed il 2000-2001. L’anno dopo grande salto in Serie C1, nelle fila della Vis Pesaro, dove diventa praticamente inamovibile, (ed in due stagioni trova 60 presenze e due gol), tanto da colpire la dirigenza granata del Torino, che nel 2003-2004 lo mette sotto contratto consentendogli di giocare in Serie B, dove andrà in campo per 25 volte. Dal 2004 al 2006 cambia molte squadre e sembra che la sua “stella” abbia smesso di brillare, come testimoniano le 5 presenze con il Torino prima di passare a gennaio al Chievo in A (mai un minuto per lui nella massima serie con la maglia dei veronesi); nel 2005 torna in B al Catanzaro e colleziona 20 presenze prima di accasarsi in C1 al Perugia dove terminerà la stagione con altre 10 partite. Sembra tutto finito? E invece no! Simone si rimbocca le maniche, arriva all’Ancona, e diventa una bandiera della squadra marchigiana dove dal 2006 al 2009 colleziona 65 presenze e 4 gol in Serie C1, una promozione in B e per l’appunto in cadetteria contribuisce alla salvezza dell’Ancona (ai play-out contro il Rimini) con altre 41 presenze ed un gol. In totale ha vestito la maglia marchigiana per 106 partite, andando 5 volte in rete. Lo scorso anno l’approdo alla Reggina, ed altre 40 gare in B, e per i suoi meriti si è guadagnato la fiducia della società anche per il campionato che si sta svolgendo. Con Bonazzoli lo scorso anno poco ispirato, i suoi cross sono diventati efficaci poche volte, quest’anno invece, prima dell’infortunio del bomber di Asola, i due avevano collezionato parecchie belle giocate, ed anche gol, segno che quando sono in giornata non ce n’è per nessuno.
Fabrizio Cantarella