E’ un mostro di ferro e cavi enormi quello che non fa dormire sonni tranquilli a decine di famiglie di Montalto Uffugo. Dal 31 ottobre del 2005, ormai un lustro addietro, l’elettrodotto Laino-Rizziconi, della multinazionale dell’energia Terna, popola gli incubi di quanti abitano nelle frazioni Pianette e Lucchetta a 50 metri lineari di distanza dall’infrastruttura che porta fuori dalla Calabria l’elettricità a 380 Kw. L’attenzione sulla vicenda è assai alta e nei giorni scorsi il “Manifesto” ha dedicato un’intera pagina alla questione parlando di “una storia di inquinamento elettromagnetico e di impegni non mantenuti”. C’é in ogni caso paura vera tra i montaltesi che temono i rischi, suffragati da studi scientifici, secondo i quali a 4-500 metri da un elettrodotto si muore molto di più di cancro e leucemia. Nulla, però, ha potuto fare, per impedire che l’elettrodotto venisse attivato, la mobilitazione che ha portato alla nascita del comitato Insieme per la salute. Della vicenda si è interessata anche la Procura della Repubblica di Cosenza. La perizia, redatta su delega dei magistrati, ha stabilito che la distanza tra le case e l’elettrodotto rientra nei termini fissati dalla normativa. A Montalto però non c’é nessuna intenzione di gettare la spugna: attualmente c’é al lavoro, incaricato dal Comune, il prof. Maximilian Caligiuri, esperto di fisica ambientale nel Wessex Institute of technology e i risultati della sua indagine saranno resi noti tra qualche settimana. Autorizzato da un decreto del ministero dell’Ambiente del 2002, il tracciato dell’elettrodotto che attraversa la Calabria, secondo quanti si stanno battendo per limitare al minimo l’impatto dell’inquinamento elettromagnetico, “risulta non conforme agli standard progettuali di qualità, di sicurezza, di salute pubblica e di impatto ambientale ed urbanistico previsti dalla normativa”. Non sono mancati nel corso degli anni, dopo che sono stati denunciati mal di testa e altri malesseri tra quanti sono costretti a convivere con “il mostro”, i tentativi nei confronti della multinazionale dell’energia per trovare una soluzione per ottenere l’interramento dei cavi o il loro allontanamento nelle vicine colline, lontano dai centri abitati.
Giuseppe Dattola