Julian Assange, numero uno di Wikileaks, è stato ieri arrestato a Londra; come molti hanno pensato, sarà mica come prendere Al Capone per furto di una merendina? Sì e no. Assange, innanzitutto, non è stato prelevato dalle auto di Scotland Yard, ma è arrivato dentro la sua macchina fino al Commissariato, consegnandosi alla Polizia.
Ciò che stupisce, però, è il reato: non qualcosa che ha a che fare con i segreti di Stato, bensì con l’accusa di stupro. Nell’agosto 2010, Assange avrebbe fatto sesso con due donne a Stoccolma opponendosi al mettere il profilattico; per questo si inizia a parlare di estradizione in Svezia. Ieri, dunque, Assange è stato interrogato dal giudice, il quale a un certo punto pare abbia dovuto interrompere l’accusa sottolineando come il caso non riguardasse Wikileaks.
Famosi attori e registi, tra cui Ken Loach, e l’ex fidanzata di Hugh Grant, l’ereditiera Jemina Kahn, si sono offerti volontari per pagare la cauzione di Assange (20.000 euro circa); il giudice, tuttavia, davanti a tale richiesta, ha sottolineato nuovamente come non si tratti di una questione riguardante lo scandalo Wikileaks, ma un’accusa di stupro, che creerebbe non pochi problemi (se ci fossero sufficienti prove a sostenerlo) per scarcerare Assange, che per il momento resta in prigione a Londra. Nel frattempo, la Svezia ha negato che ci sarebbero accordi per portare Assagne negli Stati Uniti.
Di fronte al commissariato ieri, numerosi manifestanti a favore della libertà di stampa. I legali di Julian Assange parlano di”montatura”; dinanzi alle reazioni di Frattini come di altri leader mondiali (reazione di sollievo) dinanzi l’arresto, il dubbio diventa quasi legittimo.
Elisa Gerardis