Torniamo, anche oggi, a parlare di cani, riflettendo e facendo qualche considerazione sulle potenzialità di questi animali, addestrati accuratamente alla ricerca della droga. Sono tante le notizie che giornalmente riportano, sui giornali e nelle televisioni episodi spiacevoli di spaccio e detenzione di droga; gli spacciatori usano qualsiasi mezzo per far transitare grossi carichi di sostanze illecite, che fruttano ingenti somme di denaro, ma in questo trovano un grosso ostacolo nelle forze dell’ordine che affiancate dai cani antidroga, riescono ad assicurare alla giustizia questi trafficanti. Una notizia recente, apparsa sulla Gazzetta Del Sud di giovedì diciotto novembre ultimo scorso, dal titolo “grasso e caffè per celare la droga ma Urna non si fa ingannare”, parla dell’arresto di un giovane spacciatore che trasportava la droga ben confezionata in un involucro impregnato di caffè e grasso, cercando di sviare il fiuto del cane poliziotto. Nonostante tutto il cane scopre la droga e fa arrestare il malvivente. A questo punto vogliamo fare qualche considerazione sull’abilità di questi cani ponendoci alcune domande: quanto tempo occorre per l’addestramento di un cane? Che competenze deve avere l’addestratore? Quali sono le tappe da seguire? Dalle nostre ricerche abbiamo estrapolato alcune risposte. L’olfatto del cane, dopo una serie di studi molto approfonditi, è stato considerato il più efficace per la realizzazione di tale progetto; certamente non basta solo la dote naturale dell’animale, ma è necessario che sia educato anche il suo cervello, che apprende facilmente considerando come un gioco, quest’attività, assai cara alle forze dell’ordine. Il polo unico di eccellenza nell’allevamento e addestramento dei cani antidroga, funzionante in Italia sin dagli anni cinquanta, si trova a Castiglione del Lago in Umbria, nella caserma della Guardia di Finanza. Le razze più adatte per tale compito sono il Pastore Tedesco e il Labrador, che seguono passo passo le tappe di una vera e propria palestra, in compagnia di un solo addestratore, che li guiderà nella ricerca di un manicotto di cotone inizialmente inodore. Quando l’animale avrà capito che lo scopo è la ricerca di quest’oggetto, allora si passerà a una fase successiva, spostando l’ambito di ricerca in posti dove è più probabile che si trovi la droga, come aeroporti, macchine, persone e valige. Dopo un periodo di sei mesi circa il cane è pronto per essere valutato da un’apposita commissione d’esperti, che ne deciderà il suo futuro. Il manicotto inizia a essere associato con l’odore delle sostanze stupefacenti solo dopo un anno di addestramento. Alla fine di questo percorso il cane è pronto per essere assegnato a un’unità cinofila e iniziare il suo lavoro nella realtà non simulata. L’Italia è all’avanguardia per l’addestramento dei cani, infatti, sono richiesti dei corsi anche dall’esterno, soprattutto Venezuela, Cile, Bolivia e Perù. L’età pensionistica del cane antidroga è intorno ai dieci anni, quando dopo un lungo periodo di lavoro, l’animale può finalmente rilassarsi e godere delle attenzioni del proprio padrone.
Giuseppe Foti