McLaren F1. La migliore di tutte

La più quotata stampa internazionale dell’auto ha votato la McLaren F1 la migliore vettura sportiva di sempre. Un risultato straordinariamente meritato per un automobile concepita con solo diktat dell’eccellenza. Dai materiali alle prestazioni, tutto è assolutamente al Top.McLaren F1 GTR Stradale

Spesso da discorsi sviluppati per vincere la noia di una lunga attesa, sono sfociate idee e progetti sistematisi poi nel superattico della storia. Così è stato per l’iconica Mclaren F1, la più straordinaria auto sportiva mai costruita. Nel 1988 Gordon Murray, padre di questa IperCar, vedeva il suo gioiello Mp4/4 vincere tutte le gare meno una del Campionato F1’88, il primo a vestire di alloro Sua Velocità Ayrton Senna. Di quella macchina che assieme alla Ferrari F2004 resta tuttora la più vincente di ogni tempo, il leggendario Murray voleva farne un clone stradale, irraggiungibile per tutti gli altri. Così da quella chiacchierata informale con Ron Dennis all’aeroporto di Milano di fine’88 alla prima riunione di inizio’90, il passo fu segnato da una spasmodica ricerca dell’eccellenza. Si iniziò da un foglio bianco, senza pregiudizi tecnici di alcun tipo, ma con clichè da consegnare ai fornitori rigorosissimi: ogni componente richiesto doveva avere il bassissimo peso previsto, senza deroghe. Dalla bulloneria all’impianto di scarico, tutto doveva pesare la metà degli analoghi elementi visti al tempo. L’impianto di scarico completo, realizzato con l’acciaio speciale dei filamenti elettrici e con il titanio, costò alla Bmw più del portentoso V12 realizzato ah hoc per la F1. Proprio il propulsore si può definire forse il miglior rampollo di sempre della superba accademia motoristica della casa tedesca: nacque con 6064 cc e 627 cv, a cui si aggiunsero o tolsero poi un’altra manciata di centimetri cubi e cavalli vapore per varie evoluzioni, (600 per Le Mans e 654 per la GtR stradale), che confermarono la quota tecnica di questo motore. Il V12 Fu tarato inizialmente a 7500 rotazioni, che presto divennero 8500, senza alcun problema di risonanza, durata o trattabilità. Il cuore Bmw spinge sempre fortissimo, senza pause, con una sonorità ed una reattività definite mostruose anche da esperti collaudatori. Anche il vano motore dedicato a questo gioiello è fuori catalogo: tutte le paratie attorno al V12 sono rivestite d’oro a 24k, per riflettere il calore prodotto. Geniale. Per il telaio Murray ebbe le idee chiare: fibra di carbonio con inserti di matrice metallica: il carbonio infatti è isotropo,tende cioè a distribuire le forze lungo il verso della stesura delle fibre, mentre il metallo annegato nella cottura aiutava a irradiare le forze in tutte le direzioni, per un migliore dissipamento dell’urto.Il cockpit prevede tre posti, di cui i due laterali più arretrati, a sottolineare che la F1 è un inno alla guida. Ne esce così una distribuzione dei pesi e dei carichi sulle ruote che rasenta la perfezione. Il sedile centrale è un guscio di fibra, mentre gli altri due posti sono ricavati nella forma stessa delle cellula abitativa in compositi, ma perfettamente rivestiti in pelle ultra pregiata. I bagagli venivano posizionati lateralmente, in dei vani posti nelle fiancate. I cerchi, come i bracci delle sospensioni,gli ammortizzatori e i bilancieri push rod,(molleggio dentro il telaio) sono delle più pregiate leghe di alluminio e magnesio esistenti sul mercato. Il cambio non è un elettro-attuato, perchè ancora nel 1993 questa soluzione non raggiungeva certi livelli di efficienza odierni, ma è impressionante per velocità e precisione degli innesti: ingranaggeria e scatola sono un alchimia di ergal aeronautico, magnesio e acciaio temperato speciale. La leva è manovrabilissima e la frizione tridisco in carbonio e rame speciale, sopporta la poderosa coppia del V12, con intervalli di sostituzione anche di 50000 km. Decisamente molto per le prestazioni sopportate. Il peso di questa incredibile automobile si attestò quindi a quota 1137 nella versione standard,  addirittura meglio della Ferrari F40 che aveva un V8 sovralimentato e degli arredi interni molto più scarni. Tradotto in prestazioni significa numeri straordinari: la Mc Laren F1 rigorosamente di serie, sulla pista privata della Volkswagen stabilì il record di velocità a 391 km/h, omologato a 386,4 come media dei tre passaggi. Centonove metri al secondo. La F1 raggiungeva i 100 all’ora dopo 2,95 secondi  e scaraventava gli occupanti ai 200 dopo 9,75, annichilendo così l’intera concorrenza, compresa quella attuale. La Ferrari 458 Italia del 2009 con lo sviluppo globale di quasi tre lustri dopo, è capace dello stessa performance fino ai 200. Della F1 ne furono vendute poco più di cento unità fra le 65 stradali e le altre da pista, spesso poi riconvertite per la circolazione. Al cambio del 1994, il costo era di un miliardo e 400 milioni di lire.

Adesso la base d’asta non è quantificabile, ma si attesta su cifre ovviamente elevatissime e dipendenti dall’eventuale curriculum agonistico di ogni esemplare. I fortunati proprietari possono recarsi a Woking per aggiornare con nuovi componenti come cerchi, fari o trasmissione le loro costosissime F1, che tradiscono l’età soltanto nella gommatura alta da 17 pollici e nell’assenza di estrattori o diffusori della versione”standard”. Il mondo dell’auto non ha ancora accolto la vera erede della F1. Auto come la Ferrari Enzo, la Porsche Carrera Gt o la Mercedes Slr, hanno in sè raffinatezze elettroniche superiori, ma sono rimaste dietro alla F1 come prestazioni globali, sensazioni alla guida e vivibilità. La pesante e corpulenta Bugatti Veyron, esprime la forza bruta dei suoi 1007 cv turbocompressi, ma non ha nulla della agilità, dell’innovazione e della sportività fisiologica della Mclaren F1. La F1 priva congenitamente di  controlli di stabilità e aderenza, senza servosterzo e servofreno, riesce spesso a prevalere su auto più giovani di quindici anni, anche in pista. La Veyron invece senza la sorveglianza elettronica sarebbe inguidabile. Una vittoria assoluta a Le Mans come quella del 1995,  con la pista fradicia d’acqua e un nugolo di vetture ben più potenti in pista ,più lente della F1 anche di 30 secondi al giro, è lo stato dell’arte di un auto che semplicemente, di tutte e di sempre, è la di più.

Francesco Romeo

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