Casini propone il “governo d’armistizio”

23\11\2010 – In casa Udc il vento sembra essere cambiato. Dopo la proposta del leader di Fli, Gianfranco Fini, di un Berlusconi-bis con l’ingresso al governo dei centristi, sostenuta a Bastia Umbria a inizio mese, adesso anche il leader centrista, Pierferdinando Casini, raccoglie l’invito e torna ad aprire all’ingresso in un Berlusconi-bis per un “governo di armistizio, di responsabilità e di solidarietà nazionale”. L’occasione è stata un’assemblea del proprio partito che si è tenuta a Milano. In tale circostanza Casini ha dichiarato: «Non ci piace questo governo, non ci piace la Lega e non ci fidiamo delle promesse di Berlusconi. Ci aspettiamo fatti, non chiacchiere». Il leader Udc ha, infatti, spiegato che «per tre o quattro anni bisognerebbe non parlare di chi vince le elezioni, ma governare facendo anche scelte impopolari». La mossa del leader centrista, accolta con freddezza da Fli, ha inoltre rimescolato le carte della crisi e aperto nuovi scenari. Per quanto riguarda il Pdl, non c’è ancora stata una presa di posizione ufficiale in merito alla proposta del “governo di armistizio” e pare che la cautela a questo riguardo sia dettata proprio dalla volontà di non incrinare i rapporti con il Carroccio. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha poi precisato che, pur stimando Casini, non è assolutamente possibile che chi ha perso alle elezioni possa andare al governo. «Il governo di armistizio non so cosa sia. Personalmente resto favorevole ai sani principi della democrazia, per me chi vince governa, chi perde sta all’opposizione». Il vice presidente del Pdl, Osvaldo Napoli, ha dichiarato di ammirare il “pragmatismo” democristiano di Casini, vedendo nella sua proposta «l’unica via per mettere carburante alla legislatura altrimenti destinata al naufragio causato da Fini». Casini però, se da un lato ha aperto alla maggioranza, dall’altro si è allontanato dal Pd accusando i suoi esponenti di «non fare le scelte che dovrebbero fare». Secondo quanto dichiarato dal leader centrista, infatti, il Pd dovrebbe rompere i rapporti con la sinistra estrema.

Filippo Turiano

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