“Si percepisce una maggiore fragilità del nostro tessuto produttivo, con il rischio che si accentuino le disparità tra quei settori più deboli ed altri che invece non sono stati toccati dalla crisi“. Lo ha detto il Presidente della commissione contro il fenomeno della mafia in Calabria, Salvatore Magarò, a margine di un incontro con un gruppo di imprenditori calabresi “In questa ottica le banche del territorio possono svolgere un ruolo decisivo per quella parte di sistema imprenditoriale che si trova in situazioni di sofferenza. Per questo auspichiamo che gli istituti di credito manifestino maggiore sensibilità nella valutazione delle richieste di finanziamento avanzate dalle imprese, sostenendo chi si trova in difficoltà e chi ha le potenzialità per uscire dalla crisi e garantire una ripresa dell’occupazione. Le banche possono così alimentare un circuito virtuoso, restituire nuova linfa all’economia calabrese e sottrarre gli imprenditori dal rischio di cadere nella rete dell’usura e della criminalità organizzata“. E’ l’ulteriore commento di un uomo che studia da vicino il fenomeno mafioso e che ha proposto un altro modo per cercare di arginarlo. Magarò si è rivolto alle banche calabresi che devono e possono dare sostegno all’imprenditoria locale in modo da favorire un maggior flusso di denaro che può essere investito nella forza lavoro. Se i nostri giovani trovano lavoro stabile e fonti di guadagno pulite, è più facile che restino lontani dalla malavita organizzata che invece sfrutta disoccupazioni e condizioni di disagio economico sociale per allettare le nuove generazioni e farle entrare nei ranghi della ‘Ndrangheta che fa una vera e propria opera di reclutamento sul territorio. Un’altra strada dunque che si può percorrere con l’aiuto del sistema bancario calabrese. La mafia si può combattere in tanti modi e, fortunatamente, in Calabria, c’è qualcuno che pensa a come farlo.
Giuseppe Dattola