Porto di Gioia Tauro: maxi-sequestro di cocaina

Dieci quintali di cocaina purissima sono stati sequestrati nel porto di Gioia Tauro. Un record. Si tratta infatti del più ingente sequestro di coca degli ultimi 15 anni in Italia e di uno dei maggiori in Europa. Il carico di cocaina purissima, rinvenuto all’interno di un container sbarcato nel porto calabrese da una nave mercantile proveniente dal Brasile, è stato individuato dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma che hanno eseguito il maxi sequestro nell’area doganale del porto di Gioia Tauro. L’operazione si è svolta con la collaborazione dei carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria e con il Servizio antifrodi doganali delle dogane portuali. Il carico è stato individuato dopo alcuni giorni di meticolosi controlli eseguiti su numerosi container in transito nel porto calabrese. Su segnalazione della SOCA (Serious Organised Crime Agency), l’agenzia inglese specializzata nella lotta alla criminalità organizzata, che aveva lanciato un avvertimento circa il possibile sbarco di una grossa partita di droga in uno dei porti italiani, sono stati effettuati controlli in diverse città, che hanno portato all’individuazione di un container sospetto, trasportato da una nave mercantile italiana, la cui documentazione era risultata incompleta. Sottoponendo il container alla prova degli scanner, è stata individuata la droga, proveniente dal Brasile, che era nascosta in alcuni carrelli trasportatori per uso agricolo. Ma è stato solo dopo una giornata di lavoro con la fiamma ossidrica che il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Roma è potuto entrare in possesso di 1.000 pannetti di cocaina, da un chilogrammo ciascuno. Il valore della merce sequestrata ammonta a circa 200-250 milioni di euro. Valore che cresce in maniera esponenziale, se si pensa che da 1.000 chili di cocaina pura se ne possono ricavare 3-4.000 raffinati e che, normalmente, chi compra all’ingrosso riceve un trattamento di favore. Sarà ora compito degli investigatori accertare il verosimile, ma ancora incerto, coinvolgimento della ‘ndrangheta. Dopo questo scoperta si apre una nuova pista di indagine del narcotraffico. Secondo il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo «Siamo di fronte a un nuovo flusso del narcotraffico, ad una nuova via di gestione della droga». «La merce, di origine presumibilmente colombiana, doveva raggiungere il Norditalia e il Nordeuropa, rifornendo le piazze della Lombardia, dell’Olanda e della Gran Bretagna. In passato, ha spiegato inoltre il pm, «i porti di riferimento per il mercato Nordeuropeo erano quelli olandesi, non Gioia Tauro». Nonostante il sequestro definito «storico» da Capaldo, non sarà possibile in futuro, effettuare controlli capillari sui container in arrivo nel porto calabrese: per questioni di tempo, hanno spiegato gli inquirenti, sarebbe «impossibile sottoporre allo scanner tutti i carichi in arrivo nell’area portuale». Un sequestro del genere,non intacca il mercato d’origine, ma danneggia fortemente il narcotraffico italiano ed europeo.

Antonella Pirrotta

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