Ebbene sì, i rappresentanti di due alte cariche dello Stato non riescono a trovare un accordo soddisfacente per perseguire gli stessi obiettivi. Questo è quello che emergerebbe dal discorso di Fini alla convention del suo nuovo partito Futuro e Libertà tenutasi a Bastia Umbra. Il segretario del partito nonché presidente della Camera dei Deputati spiega ampiamente il perché Silvio Berlusconi dovrebbe salire al Quirinale a rassegnare le dimissioni, aprendo così la crisi di governo e facendo tornare gli italiani al voto; se questo non dovesse accadere il FLI andrà fuori dal governo. I motivi per Gianfranco Fini stanno nella difficoltà a governare in questa situazione di caos, scandali a parte, e di conseguenza nell’impossibilità di proseguire con i programmi presentati in campagna elettorale. Il numero uno di Futuro e Libertà addossa molte delle colpe di questa situazione politica a coloro che consigliano Berlusconi, a suo parere in maniera scellerata, ed all’azione prepotente della Lega Nord che ha un peso non indifferente in tutte le decisioni importanti e che, sempre a suo parere, frena l’evoluzione dei diritti civili nel nostro Paese. Gianfranco Fini dichiara esplicitamente che FLI non è in opposizione ai valori del PDL o di Berlusconi, ma si prefissa un modo diverso di fare politica. Un ritorno ai valori ed agli ideali, una politica, a suo dire, pulita. Di parere totalmente opposto è invece il Premier Silvio Berlusconi, che non ha alcuna intenzione di rassegnare le dimissioni anzi ribadisce che porterà a termine il suo mandato elettorale anche se Futuro e Libertà dovesse votargli contro in parlamento. Il nostro Primo Ministro sente pesantemente la responsabilità che gli italiani gli hanno dato e, secondo lui, le elezioni anticipate creerebbero più caos in Italia e comporterebbero una ulteriore spesa per l’erario statale già così pesantemente impegnato su altri fronti più importanti. L’appoggio della lega gli consente di essere moderatamente tranquillo anche se tutti i “finiani” gli dovessero votare contro alla camera ed al senato. Certo è che gli italiani e sopratutto gli italiani di centro destra sono molto amareggiati da questo genere di vicissitudini che sono un assist al partito di opposizione. Ma anche il PD ha le sue ‘beghe’ interne non indifferenti: è di questi giorni infatti lo scambio di colpi a distanza tra il segretario nazionale del partito P. Bersani e M. Renzi, il sindaco di Firenze , con N. Vendola critico che non prende posizione. Le fazioni esistenti sia nei partiti di destra che in quelli di sinistra sembrano ancora una volta portare il paese indietro nel tempo, quando esistevano una miriade di piccoli partiti in costante contrasto tra di loro. E tra i “due” litiganti certamente non gode il popolo italiano.
Fabrizio Pace