Mercoledì 3 Novembre, alle 20:30 presso i locali del Modì, appuntamento di Cineforum organizzato da Circolo Culturale HP. Il percorso culturale intrapreso quest’anno dal Circolo Culturale HP ci consente di scoprire le diverse culture delle tappe previste dal programma della stagione 2010/2011 intitolato dal “Peperoncino alla grande mela”. La prima tappa è stata la nostra città, Reggio Calabria, ampliamente esplorata nei suoi scenari culturali. Con il prossimo evento stacchiamo un biglietto per il Nord Europa, seconda tappa del programma HP, e proponiamo la visione del film “Il Nastro Bianco” di Michael Haneke, Palma d’Oro al Festival di del Cinema di Cannes, 2009.
Dopo la proiezione del film, psicologi ed esperti del settore stimoleranno il dibattito e il confronto sulle tematiche emerse dal film, in particolare sul condizionamento della famiglia e dell’educazione genitoriale sullo sviluppo della personalità.
TRAMA DEL FILM
Un villaggio protestante nel nord della Germania. Anni 1913-1914. La vita si presenta con i ritmi delle stagioni e con la sua monotona ripetitività. Fino a quando accade un fatto inspiegabile: il medico si frattura gravemente una spalla in seguito a una caduta da cavallo dovuta a un filo solido ma invisibile teso sul suo percorso. A raccontare gli avvenimenti è la voce di un anziano: all’epoca dei fatti era l’istitutore arrivato in loco da un paese non troppo lontano. L’attentato al medico però non resta isolato. Altri eventi si susseguiranno sotto lo sguardo attento e misterioso dei bambini delle varie famiglie.
Haneke continua lucidamente e implacabilmente la sua analisi delle relazioni tra gli esseri umani decidendo, in questa occasione, di incentrare la sua attenzione su un microcosmo che assurge a laboratorio del futuro della Germania. Grazie a un bianco e nero bergmaniano il regista austriaco costruisce un clima di opprimente attesa. Ciò che gli interessa non è la detection (scoprire chi sta all’origine degli inattesi episodi di violenza) quanto piuttosto riflettere su una società che sta ponendo a dimora i semi che il nazismo, dopo la Prima Guerra Mondiale, farà fruttificare.
Le relazioni tra gli adulti e tra questi e i bambini sono quanto di più algido e privo di un senso di umanità vera si possa concepire. Nei personaggi del Medico, del Pastore e del Barone si concretizzano tre modi di esercitare l’autorità e il sopruso (in particolare nei confronti della donna) che forniscono un modello da amare/odiare per i più piccoli. I quali finiscono con l’introiettare la violenza che domina la società, per quanto apparentemente celata dalle convenzioni. Il nastro bianco che il Pastore impone ai figli più grandi dovrebbe simboleggiare la necessità, per loro, di raggiungere una purezza che dovrebbe coincidere con l’acquisita maturità. Di fatto in quel piccolo mondo, in cui solo l’istitutore e la sua timida e consapevole innamorata, sembrano credere nella positività della vita il disprezzo domina. Non passeranno molti anni e quei nastri bianchi si trasformeranno in stelle di Davide. Ad appuntarli sul petto delle nuove vittime saranno proprio quegli ex bambini.