Tutela degli animali: pronto il testo unico di 52 articoli

Come anticipato nell’articolo precedente, vogliamo commentare “il testo unico di cinquantadue articoli che regola la tutela degli animali”, già pronto per l’iter approvativo e applicativo. Ci auguriamo che finalmente si riesca a spingere l’acceleratore sulla ricerca di chi commette crimini sugli animali e che si arrivi a una condanna e a una pena effettiva di tali soggetti. Il convegno tenuto a Perugia sulla “tutela giuridica degli animali e la legge 20 luglio 2004 numero 189” ha finalmente riunito la filiera istituzionale che si occupa dei delitti contro gli animali, mostrando tutte le problematiche del caso: il randagismo, i maltrattamenti, i canili lager. Nonostante l’Italia nel contesto europeo abbia un considerevole corpus normativo, ancora non si riesce a garantire la tutela e il rispetto degli animali.

Il sottosegretario alla salute, Francesca Martini, durante il convegno, sostiene che l’Italia sia stata la prima al mondo a introdurre il divieto di uccisione degli animali da affezione, anche se randagi, riconoscendo cosi il diritto alla tutela della vita. Il sottosegretario rende ancora evidente che, un comportamento corretto nei confronti degli animali, evidenzia la coscienza civile di un popolo. Le indagini sul territorio nazionale dimostrano che al centro Sud le condanne su chi commette reati nei confronti degli animali non vengono poi applicate.

La nuova legge si presenta più severa, poiché prevede la reclusione fino a un anno e mezzo di carcere per chi maltratta gli animali, li abbandona, o li utilizza in spettacoli e combattimenti. Vogliamo augurarci che questo strumento, abbastanza corposo nei vari articoli (52), possa finalmente essere applicato integralmente per arrivare cosi al raggiungimento dell’obiettivo. Passiamo adesso a esaminare un secondo gruppo della specie canina, soffermandoci in particolare sul Pastore Tedesco e la sua utilizzazione nella vita sociale. Il pastore tedesco, nel corso degli anni, è diventato il cane più popolare al mondo. Il suo nome originario è: Deutsche Schaferhund.

Tra le varie teorie sulla sua origine, la più attendibile sostiene che sia nato dall’incrocio di un lupo selvatico con un cane domestico. Nella società attuale, svolge diverse funzioni, tra le quali: il servizio di protezione civile, come cane da valanga, da ricerca in superficie, e da catastrofe. È anche cane-guida per ciechi, grazie alla sua indole tranquilla e socievole. Questo compito è svolto preferibilmente dalle femmine. Le forze di polizia lo impiegano nella ricerca della droga e in operazioni militari. È anche una guida sicura nello spostamento del gregge, il quale gli riconosce massima autorità e lo ubbidisce ciecamente. Il pastore tedesco si presenta abbastanza robusto, con un’altezza variabile tra 60-65 cm per i maschi, con un peso di 50 kg circa e da 55-60 cm per le femmine con un peso di circa 30 kg. Per quanto riguarda il pelo, questo può essere duro e compatto, lungo e compatto, o lungo. La sua educazione deve essere eseguita con tappe graduali e con coerenza e determinazione da parte del padrone, il quale inoltre, si deve occupare scrupolosamente della sua salute, con controlli veterinari, vaccinazioni, pulizia e alimentazione stabile e corretta. Per completare il profilo di questo cane ricordiamo la sua utilizzazione come attore protagonista in diverse fiction tra le quali la più amata: ” il commissario Rex”.

Giuseppe Foti

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