Erano da poco passate le 10 del 25 ottobre quando, una telefonata anonima alla questura di Cosenza, segnalava la presenza di un ordigno nei pressi del “cubo 28” dell’Università della Calabria, alle porte di Cosenza, nella zona della Facoltà di Scienze politiche. Nell’ateneo calabrese, in quel momento, oltre alle solite attività didattiche, era in pieno svolgimento un concorso pubblico indetto dal comune di Cosenza che, all’annuncio di questo allarme bomba, è stato immediatamente sospeso per permettere l’evacuazione dello stabile. Sul posto sono immediatamente intervenuti la Digos di Cosenza e i carabinieri di Rende, coordinati dal comandante della compagnia, Capitano Alfonso Angelosanto i quali, preso atto della delicata situazione visto il gran numero di persone presenti, hanno fatto sgomberare il personale docente, tecnico e amministrativo presente nei diversi uffici del Cubo 28 e chiesto anche l’interruzione dei concorsi, che si stavano svolgendo in due diverse aule al piano terra dell’edificio. I sopralluoghi e i controlli effettuati nell’intero stabile, prima dagli artificieri del Comando provinciale dei Carabinieri di Cosenza, poi dal Gruppo Cinofilo dei Carabinieri di Vibo Valentia, hanno dato esito negativo. Sulla vicenda è intervenuto l’assessore al personale del Comune di Cosenza Carlo Salatino il quale, in una nota ha così dichiarato: «Si tratta di un gesto irresponsabile che danneggia i partecipanti, provenienti da tutta Italia, ritarda l’espletamento delle prove del concorso e contribuisce a dare un’immagine negativa del nostro – continua Salatino – È grave e inquietante che questa mattina, mentre aveva già avuto inizio presso l’Università della Calabria la prima prova scritta dei due concorsi per dirigenti banditi dall’Amministrazione Comunale di Cosenza, sia stato lanciato per mezzo di una telefonata un falso allarme sulla presenza di una bomba nel cubo in cui hanno sede le aule nelle quali in cui era in corso lo svolgimento delle prove, causando l’interruzione delle operazioni concorsuali. Mentre mi auguro – prosegue Salatino – che le forze dell’ordine facciano al più presto luce sull’accaduto, aggiungo qualora all’origine dell’inqualificabile gesto ci fosse un goffo tentativo di impedire lo svolgimento del concorso che ho sentito i Presidenti delle due Commissioni, i quali provvederanno a fissare in tempi brevissimi la nuova data di svolgimento delle prove». Sulla vicenda, come si diceva, gli uomini dell’Arma stanno indagando e confidano di poter risalire presto alla individuazione dei responsabili. L’Università della Calabria, dal canto suo, nel deplorare con forza quanto accaduto, attende i risultati dell’attività investigativa annunciando sin d’ora l’intenzione di costituirsi parte civile contro quanti dovessero, direttamente o indirettamente, risultare coinvolti nella vicenda.
Danilo Santoro