E veniamo ai mutui sub-prime, il prodotto finanziario che ha dato origine alla crisi del 2007. Prima, però, occorre ricordare che cos’è il mutuo. Un mutuo è un prestito, erogato da un istituto di credito, garantito da ipoteca immobiliare. E’ il classico contratto bancario che si stipula per acquistare un appartamento: la banca presta i soldi, ed accende un’ipoteca sull’immobile oggetto d’acquisto, a garanzia del prestito. Il mutuo si rimborsa con una rata che può essere variabile o costante, calcolata sulla base di un tasso di interesse determinato dal mercato.
Negli Stati Uniti d’America, in questi ultimi anni, nel quadro di una finanza veramente “creativa”, alcune banche si sono inventate un tipo di mutuo da offrire a chi non può offrire garanzie ipotecarie patrimoniali: è nato così il mutuo sub-prime (letteralmente: per quelli che non sono clienti primari) che, dal momento che si rivolge a clienti che portano un grado di rischio più elevato in ordine alla restituzione delle rate del mutuo, ha un tasso di interesse più elevato, per cui i clienti sub-prime pagano rate più elevate. Le banche che effettuano questo tipo di prestito hanno reperito i capitali sul mercato emettendo obbligazioni dal rendimento un po’ più alto.
La stagnazione del mercato immobiliare ha modificato, nell’estate 2007, le previsioni di crescita dei prezzi del mercato immobiliare, determinando difficoltà nel collocamento delle obbligazioni. Ne sono derivate sofferenze bancarie, e l’istituto che più ne ha dovuto subire le conseguenze è stato Lehman Brothers.
Per tornare, infine, all’argomento con cui avevamo iniziato queste nostre chiacchierate sul mondo della finanza, ossia la crisi dell’estate del 2007, ora dovremmo essere in grado di apprezzarne meglio le cause. In seguito a queste sofferenze delle banche che avevano emesso obbligazioni, la crisi, in seguito, si è subito diffusa in Europa perché alcuni fondi di investimento avevano acquistato queste obbligazioni a rendimento più elevato, incuranti del rischio. C’è da dire, per concludere e per completare il discorso, che in Europa, ed in Italia in particolare, la legislazione più severa determina una modesta incidenza del fenomeno. In Italia, come abbiamo scritto sopra, la banca eroga il mutuo dietro accensione di un’ipoteca sullo stesso immobile oggetto di acquisto, e normalmente per il 75% del valore dell’immobile stesso. Ne deriva che in Italia, secondo i dati ufficiali dell’indagine Assofin-Crif (la centrale rischi finanziari), al 30 giugno 2006 il tasso di insolvibilità sui mutui si attestava all’1,5% , un livello del tutto “fisiologico” per gli esperti. Lo stesso tasso, negli Stati Uniti, aveva raggiunto un valore prossimo al 10%.
Prof. Giuseppe Cantarella