Sembrava potesse iniziare una nuova fase di distensione nel rapporto Fini-Berlusconi. E invece il clima politico continua a essere bollente. Per il momento i presidenti di Camera e Consiglio continuano a non parlarsi; probabilmente in futuro un incontro avverrà, ma attualmente sembra un’ipotesi prematura. La tregua conseguente alle note vicende concernenti il Lodo Alfano è durata ben poco. In occasione del seminario sulla legalità svoltosi Sabato scorso ad Asolo (Tv), nel cuore del Veneto leghista, Gianfranco Fini ha continuato a provocare Berlusconi rilasciando dichiarazioni che già fanno pensare alla prossima legislatura. Durante il confronto con Massimo D’Alema, infatti, il presidente della Camera e leader del neonato movimento Futuro e Libertà ha evocato il governo tecnico; ha precisato, inoltre, che il Lodo Alfano non può essere prorogabile. «Mi auguro che dal tema giustizia non scaturisca una crisi di governo». E dopo aver affondato il lodo Alfano, marca nuove distanze nei confronti di Berlusconi: «Il partito carismatico – spiega Fini – è il miglior strumento per vincere le elezioni, ma il peggiore per governare, perché spesso manca il dibattito interno e la democrazia. Non sarebbe uno scandalo pensare a un nuovo governo». Ma elezioni sì o elezioni no, appare chiara l’intenzione di far cadere Berlusconi da parte di un Fini che sembra spostarsi sempre più a sinistra. Secondo Massimo D’Alema un nuovo governo sarebbe necessario e urgente per aprire un periodo di riforme radicali che consentano di superare questa fase di governo ‘’ad personam’’. Ipotesi accolta dallo stesso Fini che annuncia «emendamenti di Futuro e libertà» per una tassa secca al 25% sulle rendite finanziarie per finanziare la riforma Gelmini. L’ex leader di An conclude poi il suo intervento: «Mi auguro che il presidente del Consiglio sia cosciente che egli non ha solo il diritto, ma il dovere di governare dicendo non cosa farà dopo le elezioni, ma dicendo cosa fa adesso. Altrimenti su alcune leggi potremmo votare contro, sapendo che un nuovo esecutivo – ribadisce il presidente della Camera – non è un colpo di Stato». Durante l’ultimo fine settimana Silvio Berlusconi si è chiuso in un silenzio rumoroso non replicando alle recenti dichiarazioni di Fini. Ma le tensioni non riguardano solamente i due leader di Pdl e Fli. Continuano accesi botta e risposta fra pidiellini e finiani. Il Pdl si dichiara contro ogni governo tecnico. Italo Bocchino, invece, ha aperto a un governo tecnico per riformare la legge elettorale. Il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, nella giornata di ieri ha reagito: «Non si può stare in una maggioranza e nello stesso tempo prepararne un’altra». Immediata la replica di Bocchino: «Prima di occuparsi delle aree di Futuro e Libertà, Cicchitto si occupi delle innumerevoli correnti e correntine interne al PdL. Noi saremo leali con gli elettori».
Filippo Turiano