Benvenuti al Sud: un remake da 4 milioni di incassi

“Chi viene al Sud piange due volte: quando arriva e quando parte”. Sono queste le parole di accoglienza che Mattia, (Alessandro Siani) postino di Castellabate, rivolge al nuovo direttore dell’ufficio postale arrivato dalla Lombardia. In questa frase è racchiuso tutto il film, remake del francese Bienvenue chez Ch’tis (Giù al Nord) del 2007. A doversi trasferire al Sud, in Campania, in un piccolo paesino del Cilento, è Alberto (Claudio Bisio) responsabile delle poste nella bassa brianza. A un passo dal tanto sospirato trasferimento nel centro di Milano, scopre che il posto gli è stato “soffiato” da un collega disabile. Per non deludere allora le speranze della moglie e del figlio, decide di fingersi a sua volta disabile. Durante la visita di controllo dell’ispettore, però, commette un’ingenuità facendosi scoprire e “per punizione”, per evitare il licenziamento, gli viene imposto un soggiorno di due anni a Castellabate. E’ la fine! Lui brianzolo doc, Accademico del gorgonzola, con il sogno di vivere all’ombra della Madunina, avvolto nel freddo e nella nebbia padana così a lui cara…

Pieno di pregiudizi verso un Sud “pigro e parassitario”, parte a malincuore, da solo, con addosso il giubbotto antiproiettile, con la crema solare protezione 50, lasciando la fede alla moglie perché potrebbero ucciderlo per rubargliela. Il viaggio in auto lungo l’autostrada della Penisola sembra un’interminabile via crucis, una lenta agonia verso il patibolo. Ma non è questo quello che lo aspetta. In una divertentissima commedia ricca di equivoci, gag, vizi e virtù, condita da un dialetto partenopeo che amalgama perfettamente gli ingredienti, il calore e l’ospitalità della gente del Sud la fanno da padroni. Al grido di jamme ià, Alberto cambierà presto idea e non avrà più voglia di rientrare a casa per il fine settimana. Si farà conquistare dalla mozzarella di bufala, abbandonando il suo caro gorgonzola, dal caffè, dal limoncello, ma soprattutto dal buon cuore dei suoi colleghi e degli abitanti del paese. Continuerà però a raccontare alla moglie Silvia( Angela Finocchiaro) che ogni giorno è una dura lotta per la sopravvivenza, che lì in Terronia si rischia la vita ad ogni angolo e in ogni momento. Questo però contro le sue aspettative finisce per unirli ancora di più a tal punto che lei decide finalmente di “scendere” a trovarlo. E’ di nuovo la fine! Adesso scoprirà che dalle finestre di casa si vede perfino il mare! Dopo una piccola e paradossale messa in scena che non può fare altro che accrescere la già enorme simpatia per quella terra, il matrimonio è salvo e si festeggia tutti in piazza per la festa del patrono con i classici fuochi pirotecnici. Folklore, cibo, mare, colore e buoni sentimenti in questa commedia del regista Luca Miniero, che ci fa sorridere e trarre un profondo respiro di sollievo. Ci ricorda che in un momento così difficile per il Paese, il Sud è vita, che può dare tanto e non deve essere  abbandonato, perché il meridionale doc è una specie unica e come tale deve essere protetta. E allora… jamme ià e buona visione!

M. Cristina Scullino

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