È stato oggi bocciato uno degli emendamenti presentati dall’opposizione al Lodo Alfano, per esattezza quello che riguardava la non reiterabilità della sospensione dei processi per capo dello Stato o premier. La strada sino all’approvazione totale del lodo è molto lunga ma negli ultimi giorni ci sono state delle brusche accelerazioni dovute all’approvazione da parte dei finiani che fino a quel momento sembravano scettici.
Si tratta solo di coerenza è stato quanto detto da Gianfranco Fini, noi siamo al governo e porteremo a termine la legislatura con gli obiettivi promessi agli italiani in campagna elettorale. Il centro sinistra rimane molto deluso dalla posizione di Futuro e Libertà, non si sa come ma avevano scommesso che gli scissionisti del PDL avrebbero votato contro il lodo.
Il segretario Bersani dichiara che, se anche il lodo passerà in Parlamento, lui chiederà il referendum abrogativo e che terrà alta l’attenzione sulla riforma della giustizia per la quale teme stravolgimenti sul concetto di autonomia della magistratura. Indipendentemente dalle preoccupazioni del segretario del PD la riforma della giustizia italiana è un MUST per sbloccare il paese e renderlo più funzionale riconquistando la fiducia del cittadino verso le istituzioni. Non è pensabile che per paura che Berlusconi venga processato si debbano penalizzare milioni di italiani.
Ecco i motivi per i quali è indispensabile la riforma sulla giustizia: la durata media di un processo civile è di 345 giorni nel nostro paese, 1000 giorni per i giudizi di primo grado in tribunale, e 1350 per il secondo grado. In Cassazione i ricorsi eccedono quella che è la relativa possibilità di solvenza della corte, quindi si accumulano ritardi inimmaginabili per cui durata media calcolata è di circa 33 mesi. Se poi vogliamo controllare il processo penale parliamo di una durata minima, per la fase davanti al GIP, che può arrivare anche a 260 giorni.
Infine il ricorso penale in Cassazione dura mediamente 225 giorni. Tutti questi ritardi e inefficienze non solo gravano sulle spese dello stato e dei cittadini facendo loro nascere un risentimento nei confronti della giustizia italiana ma ci comportano la condanna internazionale da parte della Corte di Giustizia Europea in quanto violiamo l’art. 6 della Convenzione per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali, per cui oltre al danno la beffa!
Fabrizio Pace